Salice Salentino DOP: la degustazione a Roma
Roma apre le porte a una delle denominazioni più interessanti d’Italia, con l’evento Roma incontra il Salice Salentino DOP, a cura di Gambero Rosso. Il primo di una serie di eventi che vedranno protagonista il Consorzio di Tutela Vini D.O.P. Salice Salentino dalla produzione ampia e articolata, dalla storia millenaria e dal presente di grande successo. L’appuntamento è per il 12 dicembre nei monumentali spazi di Palazzo Brancaccio (Viale del Monte Oppio, 7, Roma), dove - dopo il Seminario “Alla scoperta del Salice Salentino” (ore 18.30 – 20.00) condotto da un esperto di vino di Gambero Rosso e rivolto esclusivamente agli operatori di settore - seguirà il Wine Tasting (ore 20.00 – 23.00), organizzato sia per gli esperti e professionisti di settore sia per il pubblico di appassionati.
“A Roma proporremo una degustazione che svelerà le tante anime della nostra DOP – dice Damiano Reale, Presidente del Consorzio -, un percorso tra i banchi d’assaggio delle nostre aziende che siamo certi entusiasmerà il pubblico. È un’occasione per scoprire le tante sfumature della denominazione che, rosati e rossi, saprà sorprendere tanto i professionisti quanto gli appassionati. I rossi, in particolare, esprimono note e sfumature inaspettate in base all’annata e alla temperatura di servizio e hanno la capacità di esaltare piatti e prodotti gastronomici che vanno ben oltre i classici abbinamenti con la cucina del territorio”. Ma l’abbinamento ai prodotti del territorio a Roma ci sarà eccome, e porterà i profumi e i sapori di una terra molto amata, capace di dar vita a vini dotati di personalità ed eleganza. I piatti dello chef, invece, porteranno accostamenti inediti e sveleranno nuovi orizzonti del gusto agli amanti dell’alta qualità del vino e del cibo.
Salice Salentino DOP: i vini
Terre rosse addolcite dai due mari (l’Adriatico e lo Jonio), sono quelle da cui nascono i vini della DOP Salice Salentino. Una terra particolarmente vocata alla viticoltura grazie a una notevole complessità di suoli, che in comune hanno la tessitura sabbiosa di origine marina e terreni pianeggianti o con leggera pendenza. La vicinanza equidistante ai due mari di questi vigneti che si estendono per oltre 30mila ettari e rappresentano il 17% della superficie agraria di tutto il Salento, oltre a mitigare il clima (estati torride, inverni miti) consente escursioni termiche e ventilazione, conferendo un’ottima sapidità ai vini; parliamo insomma di un terroir capace di dar vita a vini ricchi di estratti e dai profumi intensi, che sfidano il tempo.
Le vigne, spesso vecchie di oltre quarant’anni, sono coltivate col tradizionale alberello salentino, valorizzando le uve tradizionali del territorio: Negroamaro e Malvasia nera in primis. Uve identitarie e complementari, che da sempre in Salento si completano elegantemente a vicenda. Il Negroamaro potrebbe essere arrivato in Salento già dal VII secolo a. C. Si tratta di un’uva che matura tardi, una vite di produzione generosa. Il vino che se ne ottiene ha un bel colore rosso rubino violaceo, di elevata acidità e ricco di tannini, ed è adatto anche a lunghi invecchiamenti. La Malvasia nera, in quasi tutte le denominazioni di vini doc rossi e rosati del Salento, come nel Salice Salentino, è per tradizione associata al Negroamaro. Al blend apporta colore, gradazione alcolica e un tocco di morbida fruttata polposità che smussa i tannini rigogliosi e il piglio austero del Negroamaro, oltre a conferire al vino che ne deriva un maggior equilibrio, soprattutto in età giovanile.
Il bianco è generalmente a base chardonnay (prodotto nelle tipologie di Chardonnay, Fiano e Pinot Bianco); il Rosato, a base di Negroamaro e Malvasia nera, con la possibilità però di produrre il Rosato Negroamaro nel caso in cui quest’uva rappresenti almeno il 90% del blend. Protagonisti restano il Salice Salentino Rosso (75% Negroamaro) e il Rosso Riserva. E per finire un vino dolce di antica tradizione: il Salice Salentino Aleatico. Una gamma completa, insomma, che ha conquistato un pubblico internazionale per eleganza, complessità, pienezza di struttura e longevità. Compagni ideali della cucina tipica pugliese ma che, con il loro taglio moderno hanno dimostrato di potersi accompagnare con successo alle migliori cucine del mondo, anche le più esotiche e speziate. Una dop da scoprire e riscoprire.
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