Un caro saluto alla Nonna, e una presa d'Atto: quella del cambio di nome del locale sempre più "cosa" di Vito Mollica (ora ne è anche amministratore unico e socio di maggioranza) che dunque ci mette sempre più firma e faccia. Senza cambi di rotta però. Anzi... Un pancotto e lumachine che ammicca alla polenta; la citazione "robuchoniana" del cavolfiore e caviale; olio e tre burri accanto al pane, buono davvero. E poi, dopo un blitz in due consistenze sulla capasanta (con broccoli e annurka) e uno splash sull'astice (più educata bouillabaisse), ecco i colpi super della ventresca di tonno, gianchetti e insalata di tartufo e del risotto lepre, melograno e pistacchio (ricco, teso, verticale) e piatti forti come il lombetto di capriolo marinato e millefoglie di pastinaca (anche qui pulizia, contrasto, intensità). È la cifra - freccia in su a un anno dal via e aria di futuri progressi di questa centrata cucina sostenuta da una sala ben guidata e dal servizio vino agile e sorridente di Clizia Zuin. La cornice è quella, sontuosa, del palazzo firmato Sangallo con la corte al servizio di lunch, colazioni, tea time e party - e del prezioso e affrescato spazio gourmet. La sostanza quella di uno chef che ha nel sorriso pressoché garantito per chi lo visita la sua ricetta vincente.