LA VIGNA | Poco più di un ettaro e mezzo, interamente dedicato al vitigno vernaccia, allevato ad alberello. È qui che nasce Judikes, una grande Vernaccia di Oristano in versione Riserva. Ci troviamo nella Valle del Tirso, zona in cui i terreni di natura alluvionale, di impasto sabbioso, nascono dallo scorrere per secoli del fiume Tirso e dalle sue inondazioni. I suoli sono molto drenanti, per la presenza di sabbie e ghiaia e da queste parti vengono chiamati "bennaxi". Le vigne vengono concimate con sole sostanze organiche naturali, si utilizza zolfo e rame e i diserbi sono solo meccanici. Il microclima è caldo, specie durante il periodo di maturazione delle uve e gode delle folate di vento marine. Clima e terreni contribuiscono ad avere grappoli molto maturi, con elevato residuo zuccherino, ideale per garantire un grado alcolico necessario per il lungo affinamento che il vino subirà.
LE PERSONE | Può sembrare difficile parlare di singole persone quando abbiamo di fronte una cantina cooperativa. Invece non è così, anzi. Le persone sono tutti i conferitori che ogni anno lavorano le vigne con fatica e passione e portano le uve da cui scaturiscono alcuni gioielli come quello che vi presentiamo. La Cantina della Vernaccia nasce nel 1953 per mettere insieme alcuni viticoltori che operano in un luogo magico, il Sinis. Già conosciuta come Cantina del Rimedio, attualmente porta il nome del vino che più rappresenta e ha rappresentato il territorio, la Vernaccia di Oristano. L'azienda, oltre al celebre vino ossidativo che nasce grazie a un procedimento particolare e a lunghi affinamenti in legno, produce anche bianchi e rossi sempre figli della tradizione isolana.
IL VINO | Partiamo dalla vinificazione. Judikes è ottenuto tramite fermentazione spontanea in vasche di cemento e senza controllo delle temperature. Nella primavera successiva alla vendemmia il vino viene travasato in fusti di legno di rovere e castagno di diverse dimensioni, lasciate scolme. È così che si forma il velo di lieviti flor che proteggeranno il vino negli anni successivi. Il tempo, a questo punto, fa la sua parte. Il vino viene lasciato in botte per almeno 15 anni (per la versione Riserva) e pian piano si arricchisce di quella complessità e terziarietà che pochi vini al mondo sanno trasmettere. È incredibile cosa regala al naso: frutta secca, miele di castagno, ma anche zafferano, pan d'epices, resine nobili e tocchi di sottobosco. La bocca è secca, lo zucchero non si avverte minimamente. Piuttosto è la parte salina ad emergere e il suo sapore dona un sorso lungo, profondo, dove si avvertono anche leggere sensazioni tanniche e un tocco di freschezza finale.