LA VIGNA | Il nucleo fondamentale è rappresentato dai quattro ettari del vigneto “Casino dell’Erta”, che ha ispirato il nome aziendale di Erta di Radda, posti di fronte a quelli di Caparsa. Un luogo dai suoli tendenzialmente poveri con presenza di alberese, che si trova ad un’altitudine di oltre 400 metri s.l.m. Si tratta di un vecchio impianto, tipico della viticoltura degli anni Sessanta del secolo scorso, piantato a sangiovese, canaiolo, trebbiano e malvasia, progressivamente reimpianto e riportato alla piena efficienza. Il patrimonio vitato di questa piccola realtà raddese (per un totale di 5 ettari) conta anche su due ulteriori appezzamenti: un ettaro in località La Villa, alle porte di Radda in Chianti, i cui terreni di matrice calcarea non mancano anche di lenti argillose, e il piccolo vigneto di famiglia al Corno, dal suolo argillo-scistoso con alberese prevalente, posto sulla strada che porta a Volpaia, dove si trova anche la cantina.
LA PERSONA | Tutto comincia, siamo nel 2006, proprio con l’acquisto del vigneto “Casino dell’Erta”, che proietta Diego Finocchi, allora ventiquattrenne e fresco di laura in viticoltura ed enologia, nel mondo del Chianti Classico. L’inizio con la produzione di uve per le aziende vicine, poi la vendita del vino sfuso e, con l’annata 2009, ecco il primo Chianti Classico dell’Erta di Radda, affiancato successivamente dal primo Chianti Classico Riserva, millesimo 2015. Alla base del suo progetto idee chiare e perseguite rigorosamente. Per prima cosa biologico in vigna, poi una conduzione enologica senza forzature, con l’obbiettivo di ottenere etichette dalla coerenza territoriale cristallina, dove fanno da padroni i tratti stilistici dettati dall’areale raddese: profumi freschi e sfumati, strutture snelle ma articolate, con i tannini, qualche volta, nervosi e protagonisti, insieme alla forza acida, di piacevoli durezze, capaci di amplificare l’incalzare del sorso e il carattere dei vini.
IL VINO | Il Chianti Classico Riserva 2019 è un sangiovese in purezza, ottenuto dalle uve, di una piccola porzione del vigneto “Casino dell’Erta”. Un fazzoletto di terra di un ettaro, denominato “il Casino”, dal suolo composto da Galestro molto fine e un’importante presenza di ferro. Fermentato in acciaio senza l’uso di lieviti selezionati, viene macerato sulle bucce per 45 giorni. A malolattica completata, il vino viene maturato per 12 mesi in botte da 20 ettolitri di rovere francese non tostato e poi altri 12 in barrique di secondo e terzo passaggio. Prima di andare in commercio affina non meno di sei mesi in bottiglia. Al naso, la successione aromatica inizia dalla fragranza dei piccoli frutti rossi e dei rimandi floreali, a cui si aggiungono tocchi di grafite e sensazioni affumicate. In bocca, il sorso è saporito, grintoso e di estrema energia, tutto giocato sul vivace incontro fra tannini e acidità, che amplifica sapore e profondità.