LA VIGNA | Il vigneto dell’azienda sfida i numeri e le altezze: 839 metri sul livello del mare. Una quota ragguardevole, che si annovera sicuramente tra i vigneti più alti d’Italia. Solo uve Sangiovese per questo vino che rappresenta l’ultima novità della tenuta. La vinificazione prevede una fermentazione in un tino tronco conico in rovere e un affinamento in damigiana a seguito del quale viene imbottigliato a mano senza aggiungere solfiti.
LE PERSONE | Ci troviamo in Umbria, nel territorio di Assisi, tra le alture del Parco del Monte Subasio. Qui, dal 2006, anno di fondazione dell’azienda si produce vino seguendo i dettami della biodinamica e dell’agricoltura biologica, con vigne che si posizionano con vigne che si posizionano a un’altitudine tra 800 metri a ben 900. Quote estreme per la viticoltura del centro Italia. Tra le tante figure che animano questo microcosmo di persone in diretto contatto con la natura, due tra le più importanti sono Michele Lorenzetti (enologo) e Andrea Caracciolo, amministratore della tenuta.
IL VINO | Un Sangiovese in purezza profondo e intenso. Sia al naso che al palato è davvero carnoso. La bocca ha una progressione lenta e cadenzata che termina con un finale che ricorda il cioccolato fondente. Il naso è definito da note di piccoli frutti rossi e neri maturi e qualche cenno di confettura, che si arricchiscono di sfumature boisè e sentori terrosi ed ematici. Un vino da aspettare ancora qualche anno, con pazienza, per poter apprezzare un profilo addolcito dal tempo, senza che abbia perso complessità e vigore.