LA VIGNA | I grappoli di magliocco vengono selezionati in pianta da due differenti vigneti, Vigna Vecchia impiantata quasi trent'anni fa e la più recente Vigna Nuova, lasciati ad appassire in pianta sino a fine settembre, per poi continuare ad appassire per altri tre mesi nel fruttaio e sui graticci prima di essere vinificati. Il mosto viene quindi messo a fermentare in caratelli da 55 litri insieme alla cosiddetta madre e dopo la lunghissima fermentazione, lasciato ad affinare da cinque a sette anni, in caratelli da 55 litri scolmi e sigillati, sino a quando non è pronto per essere imbottigliato.
LA PERSONA | Conosciamo Roberto Ceraudo da uno spazio di tempo sufficiente per dire che non solo è un grande vignaiolo, ma anche un imprenditore visionario, dotato di uno straordinario senso pratico e umile caparbietà, può sembrare un ossimoro ma non lo è, tanto che ha realizzato il sogno di una vita: Dattilo, una bellissima azienda agricola a gestione famigliare, dove con lui lavorano i figli Susi, Giuseppe e Caterina. La prima in Calabria a certificarsi biologica e da un decennio completamente biodinamica, al cui interno oltre ad un delizioso resort rurale c'è anche l'omonimo pluripremiato ristorante, con ai fornelli la figlia Caterina.
IL VINO | Nel bicchiere occhieggia nero caffè, impenetrabile ma brillante, nessuna timidezza al naso che si offre nitido, raffinatissimo e complesso nei toni di appassimento, uva sultanina, fiori secchi, erbe officinali, spezie e balsami orientali, tabacco cubano, agrumi rossi canditi e fichi secchi al cioccolato. Elegantissimo al palato, denso, concentrato, dolce ma ben supportato dall'acidità, mentre la beva tesa ma vellutata nella componente tannica, rimanda ad aromi di caffè, nocciola, miele e caramello, lunghissimo e di rara persistenza il finale dal delicato ritorno balsamico.