Non solo caldo record e piogge tropicali. Quest’anno il “climate change” (nella sua valenza di “vento del cambiamento”) sembra aver avuto impatti anomali anche sulla campagna elettorale che, battendo sul tempo perfino l’inizio della campagna vendemmiale, si sta svolgendo, per la prima volta nella storia, sotto l’ombrellone, per accompagnare il Belpaese verso le votazioni del 25 settembre. Così, mentre i partiti politici si appropinquano a partire per gli stabilimenti balneari, sperando di intercettare i voti degli italiani, il mondo agricolo si chiede quali saranno le conseguenze che la caduta del Governo Draghi potrebbe avere su tutto il settore.
In ballo, c’è anche il raggiungimento degli obiettivi del Pnrr per ottenere la terza rata dei fondi europei, di cui l’Italia, con oltre 190 miliardi di euro, è la più importante beneficiaria. Al Mipaaf il compito di gestire risorse per 4,88 miliardi di euro. La domanda che gli italiani adesso si pongono si può riassumere in una nota citazione: “Riusciranno i nostri eroi?”. E, fuor di metafora: ce la farà l’Italia a destarsi ancora una volta?
Il settimanale Tre Bicchieri ha, quindi, chiesto alle principali sigle di settore di fare il punto sulle urgenze che non possono permettersi di restare impantanate in una rovente campagna elettorale. Ricordando, allo stesso tempo, quelle misure che, già incassate nei mesi scorsi, sono state particolarmente apprezzate dal comparto e possono costituire una base da cui ripartire.
Dalla Pac alla crisi internazionale: Governo Draghi promosso
“Del presidente del Consiglio abbiamo fortemente apprezzato l’autorevolezza con cui ha condotto la definizione del Pnrr e la crisi internazionale ed energetica” è il commento del segretario generale di Unione Italiana Vini Paolo Castelletti “La sua influenza a livello europeo è stata certamente un asset che l’Italia avrebbe potuto spendere su tante altre partite, anche di estrema rilevanza per il nostro settore. Per quanto riguarda il ministro dell’Agricoltura Patuanelli, segnaliamo l’attuazione della norma unica sulla sostenibilità - tuttavia da completare - e la rapidità con la quale sono stati messi in cantiere i bandi del Pnrr agricolo. È mancato, a nostro avviso, un coordinamento generale dei provvedimenti e delle politiche del vino che, di fatto, ha rallentato l’approvazione di alcuni decreti”. Da quello sui vini dealcolati a quello sull’etichettatura.
“La gestione del ministro Patuanelli” argomenta la presidente di Federvini Micaela Pallini “ha avuto il merito di portare in dote la nuova Politica Agricola Comune, ottenendo importanti misure di sostegno alla competitività internazionale del settore vitivinicolo, oltre che il riconoscimento dell’etichetta digitale quale strumento imprescindibile per migliorare ancora di più la trasparenza dell’informazione ai consumatori, senza frammentare il mercato unico europeo. A ciò si aggiunge l’impegno di aver avviato la declinazione agroalimentare del Pnrr, con il bando sui contratti di filiera da 1,2 miliardi di euro e la misura sul parco agrisolare, che può costituire un aiuto concreto per tutte quelle aziende che da tempo investono nella transizione ecologica, sul quale attendiamo il bando”.
Uiv e Federvini: “Ora concentriamoci sui dossier Ue”
Restano, però, tante le preoccupazioni rivolte al prossimo futuro. “Nei prossimi mesi” ricorda Pallini “l’attenzione dovrà concentrarsi sui dossier aperti a Bruxelles, dalla revisione della politica di promozione orizzontale, alla difesa delle nostre indicazioni geografiche non essendo ancora chiuso il fascicolo sul Prosek, alle iniziative su etichettatura e fiscalità di vini, aperitivi, amari, liquori e distillati, passando per la revisione della Direttiva imballaggi, tutti temi fondamentali su cui il Sistema Paese è chiamato, sin da ora, a fare squadra: non possiamo mettere a rischio le nostre produzioni di punta del Made in Italy che rendono l’Italia conosciuta e apprezzata nel mondo”.
Tra le scadenza più vicine, come ricorda il segretario generale Uiv, c’è la “questione irlandese”, ovvero “il contrasto all’iniziativa dell’Irlanda sugli health warning: la scadenza per presentare commenti è il 20 settembre. Non dubitiamo che le amministrazioni daranno un supporto al nostro settore, ma al contempo è fondamentale un supporto a livello politico in questa fase così delicata per il settore”.
Promozione: bene il fondo da 25 milioni di euro ai Consorzi
Si dice sconcertato per l’epilogo del Governo Draghi, il presidente di Equalitas Riccardo Ricci Curbastro, che lo scorso luglio ha lasciato la guida di Federdoc dopo 24 anni di onorata carriera: “A questo punto ho serie difficoltà a comprendere la politica italiana, ma mi auguro che gli impegni presi con l’Europa, e soprattutto con le future generazioni, siano portati a termine” ribadisce a Tre Bicchieri. Guardando ai mesi scorsi, Ricci Curbastro ricorda il confronto proficuo con il sottosegretario Gian Marco Centinaio, che ha seguito da vicino la parte vitivinicola e ha portato a casa lo Standard nazionale di sostenibilità, valido a partire da questa vendemmia, senza dimenticare il bando promozione per i prodotti Dop e Igp sul territorio nazionale: “In questo caso parlo soprattutto da imprenditore, oltre che da past presidente Federodc: 25 milioni per la promozione sono una misura importantissima, soprattutto considerato che, fino a questo momento, i fondi avevano riguardato sempre e solo i mercati esteri. Una risorsa da non sprecare, che ci sarà utilissima nei mesi a venire”.
I sindacati spingono sui decreti Flussi e Siccità
Tra le priorità che preoccupano i sindacati agricoli ci sono il Decreto Flussi e il Decreto Siccità. “Temiamo” ha detto il presidente di Cia Cristiano Fini “che lo stallo politico rimandi ancora l’approvazione del Decreto Flussi, atteso a settembre, per l’assunzione di 130 mila lavoratori stagionali, necessari anche per la vendemmia alle porte, così come del Decreto Siccità, con le risorse finanziarie necessarie a garantire agli agricoltori misure di aiuto, prevenzione e compensazione rispetto alle eccezionali avversità causate dall’emergenza idrica e che già hanno causato danni per oltre 3 miliardi”.
“Occorre superare al più presto i vincoli burocratici che rallentano l’assunzione dei lavoratori stagionali per salvare i raccolti sopravvissuti alla siccità con l’avvio delle principali campagne di raccolta dalla frutta alla verdura, dalle olive alla vendemmia” ha sottolineato anche il presidente Coldiretti Ettore Prandini. Ad oggi, infatti, secondo l’associazione, appena 10mila stagionali sui 42mila previsti dal decreto flussi 2021 hanno iniziato a lavorare nelle campagne dove i prodotti agricoli salvati dal caldo e dalla siccità rischiano di rimanere in campo per la mancanza di lavoratori impegnati a raccoglierli.
a cura di Loredana Sottile
La versione completa di questo articolo è stata pubblicata sul Settimanale Tre Bicchieri del 28 luglio 2022
Per riceverlo gratuitamente via e-mail ogni giovedì ed essere sempre aggiornato sui temi legali, istituzionali, economici attorno al vino
Iscriviti alla Newsletter di Gambero Rosso