La mappa dei centri per la cura dei disturbi alimentari
È il primo censimento in Italia fatto sui centri dedicati alla cura dei DCA, disturbi del comportamento alimentare, frutto del progetto MA.NU.AL che il Ministero della Salute, nell’ambito delle Azioni Centrali del CCM, ha affidato al Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità. Attualmente, comprende i servizi ambulatoriali, residenziali e semi-residenziali appartenenti al Servizio Sanitario Nazionale, ma coinvolgerà presto le strutture del privato accreditato. Al 31 dicembre 2021, la mappatura conta 91 strutture su tutto il territorio: 48 centri al Nord – di cui 16 in Emilia-Romagna – 14 al Centro Italia e 29 tra Sud e Isole. Per un totale di 963 professionisti tra psicologi, psichiatri e neuropsichiatri infantili, infermieri e dietisti. Un censimento in continua evoluzione che al momento conta 8000 utenti.
I disturbi del comportamento alimentare in Italia
Uno strumento necessario per combattere queste problematiche, soprattutto considerando che i dati che emergono non sono dei migliori: si assiste a un peggioramento delle condizioni di anoressia, bulimia e binge eating disorder di chi era già malato. La pandemia non ha aiutato: come rilevato da uno studio britannico pubblicato sulla rivista Personality and Individual Differences, l’ansia e lo stress da Covid-19 hanno causato un aumento dell’insoddisfazione per il proprio corpo, soprattutto nelle donne. Anche a questo serve l’elenco delle strutture: “Il contesto emergenziale non ha fermato la lotta ai disturbi del comportamento alimentare”, ha affermato Roberta Pacifici, responsabile del Centro nazionale dipendenze e doping dell’Istituto Superiore di Sanità. E continua: “Per questo, consapevoli degli ulteriori disagi che tale emergenza sanitaria ha causato ai pazienti e ai loro familairi, assieme al ministero della Salute abbiamo ritenuto fondamentale fornire uno strumento per garantire a chi soffre e alle loro famiglie i migliori livelli di appropriatezza delle cure”.
I centri censiti in Italia
Secondo i dati più recenti del Ministero della Salute, in Italia sono circa 3 milioni i giovani che soffrono di un disturbo alimentare, e solo nel 2020 sono stati 4.700 i pazienti che hanno effettuato una prima visita. Aumenta il numero di adolescenti, con quasi 6 casi su 10 registrati tra i 13 e i 25 anni: il più frequente è l’anoressia (42.3%), seguita dalla bulimia (18.2%) e dal binge eating disorder (14.6%). Arriva l’allarme anche da Massimo Vincenzi, vicesegretario nazionale dell’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica: “Se non riconosciuti in tempo e non curati in modo appropriato, i disturbi alimentari possono diventare cronici e nel peggiore dei casi portare alla morte. La diagnosi precoce e il trattamento multidisciplinare sono le uniche strade da percorrere per contrastare l’aumento di queste malattie”. I centri censiti propongono percorsi terapeutici multimodali, i livelli di assistenza sono a carattere prevalentemente ambulatoriale di tipo specialistico (92%) ma anche intensivi ambulatoriali o semiresidenziali (62%), mentre la riabilitazione intensiva residenziale è offerta nel 17% delle strutture.