Si chiama Food Systems Summit il progetto iniziato nel settembre 2021 dalla FAO con l’obiettivo di condividere e ampliare le conoscenze di tutti i Paesi e fare rete per sfruttare al meglio i sistemi alimentari, rendendoli inclusivi e soprattutto sostenibili. Il rapporto pubblicato dalla FAO lo scorso febbraio restituisce, infatti, uno scenario preoccupante, che evidenzia la riduzione della diversità delle coltivazioni, un numero sempre crescente di razze di animali a rischio d’estinzione e l’aumento della percentuale di stock ittici sovra-sfruttati. Si torna ancora una volta a parlare di biodiversità, fondamentale per l’equilibrio degli ecosistemi, una tematica quanto mai attuale e urgente, soprattutto in un periodo così difficile a livello mondiale, che ha messo ancora più in risalto l’emergenza ambientale. Gambero Rosso, che da tempo collabora con la FAO, ha per questo meso in scena il primo Global Summit “Sustain the Biodiversity”, per porre l’accento sull’annosa questione.
La sostenibilità alimentare in Danimarca
Un argomento trattato in maniera dettagliata durante l’evento creato insieme all’Ambasciata di Danimarca lo scorso 25 ottobre 2021. Una cena curata dal resident chef di Gambero Rosso Academy Mirko Iemma, che ha creato degli interessanti abbinamenti con i prodotti portati dal The Danish Agriculture&Food Council, in stretta collaborazione con produttori biologici e attenti all’ambiente della Danimarca, che si sono mescolati in maniera armonica con altri ingredienti della tradizione italiana. Assaggi golosi accompagnati dai vini di pregio scelti da un esperto del Gambero Rosso. Abbiamo approfittato di questa occasione per scambiare qualche battuta con l’ambasciatore in persona, Anders Carsten Damsgaard, per capire meglio cosa significa, oggi, sostenibilità in campo alimentare.
La sostenibilità è il tema del momento. Quali sono gli obiettivi del settore agroalimentare?
La Danimarca ha deciso di ridurre le emissioni di carbonio in campo agricolo. Vorremmo arrivare a una diminuzione del 55/65% entro il 2030, e il governo ha inoltre stanziato più di 150 milioni di euro per promuovere i cibi vegetali. Si tratta del più grande investimento a livello europeo nella ricerca e sviluppo di prodotti plant-based e il governo danese si impegnerà a creare un piano nazionale per questo comparto. In più, la Danimarca ha intenzione di creare un fondo per i prodotti vegetali e un programma ecologico quinquennale per sostenerne lo sviluppo e creare incentivi per gli agricoltori.
A proposito di cibi vegetali: in occasione dell’evento vi siete focalizzati molto su questo aspetto. Credete che la dieta vegetariana o vegana sia la migliore per il futuro?
Abbiamo portato anche latticini, snacks biologici e salse per la cena, tutti forniti dalle maggiori aziende biologiche danesi, come la Naturmælk, la Gasa Nord Grønt, la Sweet Intentions, la Rawbite e la Northern Greens, Aziende selezionate dal Danish Agriculture & Food Council, che rappresenta l'industria agricola e alimentare della Danimarca, comprese le imprese, il commercio e le associazioni di agricoltori, per promuovere alcuni dei migliori prodotti biologici che la Danimarca ha da offrire.
Il punto in comune tra le varie specialità è la loro natura a basso impatto ambientale: vengono prodotte usando energia pulita, senza uso di pesticidi e ricorrendo a pratiche pensate per evitare l’eccessivo consumo di risorse naturali. Il governo danese sta comunque aprendo la strada verso regimi alimentari più sostenibili e attenti al Pianeta attraverso una serie di linee guide nutrizionali ufficiali, che aiuteranno le persone a mangiare meglio ma soprattutto in maniera più rispettosa del clima. Quindi sì, una dieta vegetariana può certamente rappresentare un’ottima soluzione per un futuro più verde.
Un altro tema caldo è quello dello spreco alimentare. Ci sono progetti al riguardo?
Sì, fanno parte degli impegni per lo sviluppo sostenibile della Danimarca, che ha come obiettivo quello di ridurre lo spreco di cibo in tutte le parti della filiera. Lo scopo finale è quello di arrivare a una diminuzione complessiva del 50%, perché questo aspetto gioca un ruolo fondamentale nell’emergenza climatica. Per farlo c’è bisogno di un cambio di rotta nei consumi e da parte di tutti gli attori della filiera; in Danimarca, le nuove tecnologie e la tendenza a cambiare mentalità, approccio e comportamento da parte dei consumatori sono ora le vie da perseguire. Una visione collettiva che il governo si propone di raggiungere anche attraverso One Third, una think tank che riunisce le principali parti interessate che lavorano insieme per trovare soluzioni allo spreco.
Come procede il mercato danese all’estero?
Il settore agricolo contribuisce al 24% dell’export totale della Danimarca, con la Germania, la Svezia, il Regno Unito e la Cina a guidare il mercato, e il maiale, il pesce e i latticini come prodotti principali. L’agroalimentare danese esporta in tutto circa 160 milioni di corone danesi l’anno (più o meno 20 milioni di Euro), e rappresenta un quarto dell’interno comparto alimentare esportato. L’export è in crescita così come la produzione degli ultimi 25 anni, mentre l’impatto ambientale sta gradualmente diminuendo. Un dettaglio frutto dell’intenso lavoro fatto in termini di sostenibilità da parte del governo.