Le camelie di Coco Chanel
Per la maison fondata da Coco Chanel, coltivare la terra non è una novità. Dal 1998, infatti, sulle colline che circondano il piccolo borgo francese di Gaujacq, i giardinieri della maison si prendono cura di un giardino botanico dedicato a un fiore molto amato dalla leggendaria stilista, la camelia - simbolo della casa dal 1913 - che qui si coltiva in duemila varietà diverse, senza l'uso di sostanze chimiche e con pratiche rispettose dell’ambiente, che vertono all’agroforestazione, con l’idea di rigenerare il suolo per creare un ecosistema felice, di cui tutti possano godere.
![Le camelie di Chanel](https://static.gamberorosso.it/2021/06/chanel-camelia.jpg)
Accanto, c’è l’azienda agricola, che alimenta la produzione della linea di trattamenti skincare brevettati da Chanel nel laboratorio all’avanguardia della tenuta di Gaujacq, sempre a partire dalla coltivazione sostenibile di camelie, che ha ottenuto il livello più alto della certificazione Haute Valuer Environmental, ad attestare la bontà del lavoro svolto in fase di produzione e trasformazione.
Il Landscape Resilience Fund
L’iniziativa in campo più recente della storica casa di moda francese, però, è ancora più caratterizzata dall’esigenza di avere un impatto positivo sull’ambiente, con la partecipazione attiva al Landscape Resilience Fund, che mira a raccogliere entro il 2025 100 milioni di dollari da investire in progetti per promuovere l’agricoltura sostenibile, proteggere le foreste e incentivare l’attività dei piccoli agricoltori nei Paesi in via di sviluppo. L’idea del fondo di investimento è promossa dal WWF con l’impresa sociale South Pole, che da Chanel hanno già ricevuto 25 milioni di dollari, e ora auspicano che proprio l’impegno della maison francese possa essere di buon esempio per altri investitori privati, ancora restii a stanziare fondi per contrastare il cambiamento climatico. Nello specifico dell’operazione, il primo obiettivo del fondo sarà quello di fornire assistenza tecnica, supporto e prestiti a basso costo alle piccole imprese agricole che operano in zone svantaggiate del mondo (dall’Africa sub-sahariana all’America Latina, al Sud Est asiatico), portando avanti, per esempio, la coltivazione di caffè e cacao in situazioni di grande vulnerabilità, perché esposti allo sfruttamento delle multinazionali e soggetti a stagioni sempre più siccitose.
L’impegno di Chanel
L’investimento propiziato dal WWF, quindi, fornirà loro sementi resistenti alla siccità, ma anche formazione in campo e denaro per ammodernare l’attività. E Chanel ha risposto alla chiamata con convinzione, evidenziando come questo momento storico sia cruciale per dimostrare la vicinanza delle grandi realtà private alla causa ambientale, contro il cambiamento climatico e vicino a chi lavora la terra e alimenta con coscienza le filiere alimentari. Del resto, anche l’industria della moda, come quella alimentare, contribuisce abitualmente a incentivare l’impatto ambientale di pratiche produttive irresponsabili che in nome del profitto sacrificano foreste e distruggono ecosistemi naturali ed economici fondamentali per la sopravvivenza delle comunità che li abitano, minacciando al contempo la biodiversità agricola. L’impegno di Chanel, per contro, arriva immediato e cospicuo, permettendo sin da subito al LRF – lanciato all’inizio di giugno 2021 – di spiccare il volo. E l’investimento fa il paio con il progetto Mission 1.5° avviato nel 2020 dalla maison – che entro il 2025 si impegna anche a utilizzare energie rinnovabili al 100% - per contrastare il cambiamento climatico.