La festa di San Valentino
Viene da Terni il Santo eletto simbolo dell’amore e protettore degli innamorati, martire cristiano che secondo la leggenda aiutò due giovani sposi a celebrare le nozze, donando loro una somma di denaro piuttosto cospicua. In realtà la festa di San Valentino così come la conosciamo oggi è nata probabilmente per cristianizzare l’antica festività pagana dei lupercalia, legata al ciclo di morte e rinascita della natura e caratterizzata da maschere, cortei soprattutto il ribaltamento dei ruoli: i servi prendevano il posto dei padroni e viceversa. A istituire la nuova festa del 14 febbraio fu papa Gelasio I nel 496, mentre la diffusione della tradizione la si deve ai monaci benedettini.
Oggi San Valentino è celebrato dalle coppie con cene intime, cioccolatini e vari doni, ma soprattutto con dolcezza: fra biscotti e torte a forma di cuore ogni preparazione in questo giorno si rifà il look e diventa più romantica. Ma quali sono i prodotti tipici? Non sono molte le ricette legate al Santo, ma sono diversi i dolci che un tempo venivano preparati per essere regalati alla persona amata: ecco qualche esempio.
Dolci tipici di San Valentino
Baci di Assisi
È molto ampio l’universo dei baci italiani, dolcetti secchi presenti in varie regioni e tutti gustosi. Quelli di Assisi, però, sono molto diversi: somigliano più a morbidi pasticcini, anziché a dei veri biscotti. Si preparano, infatti, con pasta di mandorle e vengono ricoperti da sottili petali di mandorle, anche se le varianti sono moltissime, dalla granella di pistacchio al cioccolato. La ricetta originale prevede farina, burro, mandorle tritate e petali di mandorle, zucchero, uova e un pizzico di lievito.
Baci di dama
L’origine dei baci di dama non è certa: alcune fonti li fanno risalire alla città di Tortona, mentre altre a una zona non precisata della Corte dei Savoia, intorno al 1800. Qualunque sia la vera storia, questi biscotti dal nome romantico sono una delle eccellenze più note della pasticceria piemontese, preparati con farina, nocciole, zucchero, cioccolato fondente e burro. Le varianti sono molte e la più nota è senza dubbio quella di Alassio, brevettata nel 1919 da Pasquale Balzola: agli ingredienti classici, in questa versione si aggiungono cacao e miele.
Bacio di San Valentino
Si trova in provincia di Verona, una delle più romantiche città d’Italia, e non è un caso: Bussolengo tiene in gran considerazione la festa di San Valentino, patrono locale da sempre celebrato con fiere e sagre popolari, a cui è dedicato anche un dolce tipico. Il bacio di San Valentino è un biscotto secco fatto con albumi d’uovo, nocciole, zucchero e liquore, dalla consistenza e l’aspetto simile a quello dell’amaretto, ma caratterizzato dal forte sentore di nocciola. Lo si può fare in casa oppure acquistare nelle botteghe e pasticcerie del luogo, che ogni anno si dedicano alla preparazione del bacio del Santo.
Baci Perugina
Non sono proprio un dolcetto della tradizione, ma sono a tutti gli effetti un dolce – anzi, il dolce – di San Valentino per antonomasia, tutto made in Italy. Le famose praline nascono nel 1922 dalle mani di Luisa Spagnoli, che ideò la ricetta per utilizzare la granella di nocciole avanzata dalla lavorazione di altri prodotti. Si chiamavano Cazzotti in principio, per via della forma un po’ tozza e irregolare che ricorda quella di una mano chiusa a pugno, ma poi Giovanni Buitoni trovò che fosse più carino chiedere un Bacio anziché un Cazzotto e ribattezzò i cioccolatini, oggi presenti in vari gusti e confezioni pensate appositamente per la festa dell’amore.
Ciambelle degli sposi
Nel Lazio c’è una lunga tradizione di ciambelle: al vino, al mosto cotto, scottolate a Pasqua, le varianti sono molte, tutte fatte con pochi ingredienti che danno vita ad anelli dolci dal sapore rustico e casalingo. Fra queste, ci sono anche le ciambelle degli sposi di Rocca di Papa, ai Castelli Romani, fatte con scorza di limone e ricoperte di zuccherini. Come si intuisce dal nome, la loro storia è legata indissolubilmente alla tradizione delle nozze di un tempo: in passato in zona si usava infatti legare alle partecipazioni di matrimonio un sacchetto di biscotti, inseriti in un numero ben preciso a seconda del grado di parentela.
Maritozzo
C’è un motivo se le tipiche brioche romane farcite con panna montata si chiamano così: un tempo i maritozzi erano solo quelli quaresimali, più piccoli e con uvetta, pinoli e canditi, regalati dalle donne ai loro futuri mariti, detti affettuosamente “maritozzi”. All’interno, niente panna, ma un anello o un oggetto d’oro come pegno d’amore. Un’altra teoria ritiene invece che fossero le ragazze in età da marito a prepararli e offrirli al giovane più bello del paese, che avrebbe poi preso in sposa la donna con le migliori doti culinarie.
Sospiri di Bisceglie
Dolci dal nome romantico e nostalgico, i sospiri d’amore sono prodotti tipici pugliesi chiamati così per via di un antico racconto popolare: un giovane in preda alle pene d’amore si fermò a sospirare di fronte a questi dolcetti perché gli ricordavano la forma del seno della sua amata. C’è chi dice che si tratti invece di una ricetta inventata dalle suore per il matrimonio (promesso e mai avvenuto) tra il Conte di Conversano e Lucrezia Borgia: per ingannare l’attesa dei commensali stufi e sospiranti, le monache servirono questi dolcetti morbidi e gustosi, che fecero passare il malumore agli ospiti. In qualsiasi caso, l’allusione al seno femminile è inequivocabile e la versione classica prevede una pasta morbida e liscia ripiena di crema pasticcera e ricoperta di glassa, spesso aromatizzata agli agrumi. La variante non glassata viene invece chiamata “tette delle monache” e differisce da quella tradizionale solo per l’aspetto.