Nel 1976 la Cantina Contini aveva già 78 anni. Si, proprio così. Si risale alla fine dell’800 per scoprire che fu Salvatore Contini, puntando esclusivamente sulla Vernaccia di Oristano, a fondare una delle cantine più note e prestigiose dell’Isola. Nei decenni il successo della Vernaccia fu davvero radioso. Oggi Contini produce una vasta gamma di etichette e sono tante le varietà utilizzate.
Ma, nonostante i mercati siano cambiati parecchio e alcuni vini non riscuotano lo stesso successo di un tempo, l’azienda non ha mai abbandonato l’idea di produrre Vernaccia di Oristano, quella ossidativa, ottenuta grazie ai lieviti flor, maturata in botti scolme di castagno e rovere e attesa per tanti anni. Non è un caso che, a distanza di decenni, escano sul mercato sia la Riserva (l’ultima assaggiata per la Guida dei vini del Gambero Rosso è la ’91) sia l’Antico Gregori, prodotta col metodo solera, permettendo così l’utilizzo di una base dei primi del ‘900, rabboccata di tanto in tanto con i millesimi più giovani.
Quest’anno, visto anche il disciplinare che impone l’indicazione del millesimo in etichetta, l’Antico Gregori è uscito per la prima volta con l’annata in etichetta. Il 1976. Un vino sensazionale, austero e avvolgente, secco, caldo d’alcol, ma ingentilito da una vena acida che dopo più di 40 anni continua a sorreggere la beva. Un vino interminabile per persistenza che rende omaggio e onora uno dei più particolari e rari vini del mondo. Per noi il Vino da Meditazione dell'Anno, nella guida Vini d'Italia 2021.
Abbiamo parlato di Contini, di Vernaccia, di Antico Gregori con Andrea Balleri, sommelier, fine degustatore, appassionato di vini ossidativi, oggi Brand Ambassador di Contini.
Andrea, cosa rappresenta Contini per te?
L’azienda Contini è la storia della Sardegna. Pensate che è la prima azienda vinicola nata nell’Isola, alla fine di due secoli fa, nel 1898. Pensare che ancora oggi esista, sia presente in tanti mercati e continui a produrre vini nel segno della tradizione mi dà emozione. Emozione pura. Non è un caso che da quando sono arrivato in Sardegna (Andrea è toscano, ndr), nel 1997, ho sempre sognato di lavorare qui.
Cosa pensi del passato dell’azienda Contini?
Contini è sempre stata legata alla Vernaccia, ci ha sempre creduto e non ha mai smesso di produrla. Così come è fortemente legata al vitigno nieddera, l’altra uva tipica dell’oristanese. Ora - sappiamo bene - il consumo della Vernaccia è fortemente calato. Pensate che attualmente ci sono circa 250 ettari coltivati con questo vitigno, in passato si arrivò a oltre tremila… In effetti se ascolto i racconti qui a Cabras e nell’intera zona, tutti mi dicono si bevesse solo Vernaccia, in tutte le occasioni: dai battesimi ai funerali, per fare una battuta, non c’era ricorrenza in cui non si bevesse l’oro di Oristano…
L’oro di Oristano?
Senza dubbio. Mi piace chiamarla così, sia lei sia la bottarga. Sono accomunate dal territorio e dal colore, entrambe hanno una lavorazione per cui si possono permettere di invecchiare molto bene e, cosa non da poco, vanno molto d’accordo nell’abbinamento…
Attualmente com’è la produzione di Contini per la Vernaccia?
Contini ha circa 30 ettari vitati. Produciamo la versione Flor, la più giovane, per circa 30mila bottiglie l’anno. Poi c’è la Riserva, ne produciamo 3600 bottiglie, attualmente in commercio c’è la ’95: riposa per 15 anni almeno in botti scolme, così si forma il lievito flor che la protegge e la fa invecchiare a lungo. Poi in bottiglia per altri anni prima di uscire sul mercato. Infine c’è l’Antico Gregori, da sempre un metodo Solera, mentre da quest’anno è obbligatorio indicare l’annata.
E voi siete usciti con un 1976…
Si, esatto. La base è del ’76, ma dentro ci sono anche vecchie Riserve degli anni ‘30 e ’40, visto che il disciplinare lo permette. Una piccola, ma grande produzione. Solo 1800 mezze bottiglie che racchiudono tutta la storia di Contini e della Vernaccia di Oristano.
Il nome Antico Gregori da cosa deriva?
È il nome del tipico terreno magro e sabbioso della Valle del Tirso. Siamo a due passi dal mare a una decina di metri d’altitudine. La Vernaccia è coltivata ad alberello e la resa è di soli 35 quintali per ettaro. La vendemmia è tardiva, si arriva a metà ottobre. Dopodiché veramente pochi lavori in cantina. Le botti scolme, la magia del velo di lieviti che protegge il vino, il tempo. Fondamentale è l’attesa per tanti tanti anni.
Anni in cui sale anche la gradazione alcolica?
Esatto. Le lunghe attese e lo scambio ossigenativo con l’esterno fanno evaporare una parte di prodotto, la famosa parte degli angeli, e c’è il conseguente aumento di alcol. Si arriva a gradazioni importanti, ma è un alcol naturale, frutto dell’invecchiamento. È il motivo per cui a me non piace paragonarla allo Sherry, anche se molte volte lo si fa per far capire la tipologia. Ma nello Sherry c’è aggiunta di alcol, è un vino liquoroso, la Vernaccia no.
Secondo te che Vernaccia si beveva in passato?
Senza dubbio le versioni più giovani. In più in casa tutti ne avevano qualche bottiglia perché veniva utilizza per cucinare. Si beveva da sola o la si abbinava alla pasticceria secca, quella tipica dell’oristanese e della Sardegna.
Tu in che momento della giornata la berresti?
Inutile dire che se siamo abituati ai bianchi o rossi contemporanei, ancor di più alle bollicine, la Vernaccia di Oristano può sembrare un vino molto difficile. Però, specie se abbinato a dovere, non lo è per niente. Prima di tutto non deve fare compagnia solo alla pasticceria secca, anzi. Alla giusta temperatura (12-14° è perfetta), quella più giovane per esempio, è un ottimo aperitivo. Con piatti salati, a partire dal formaggio, sono incredibili anche le vecchie Riserve.
Anni fa, in un evento in Sardegna dedicato alla Vernaccia di Oristano, Matias Perdomo, chef ospite per l’occasione, la abbinò al maialino laccato…
Sono sicuro fu perfetto accostamento! Infatti ci possono essere anche dei piatti principali di un pasto, da abbinare alla Vernaccia.
Come vedi la Vernaccia in futuro?
Per Contini rimarrà sempre un pilastro, ma anche gli altri produttori non smetteranno mai di credere in questo vino meraviglioso. Anche lavorando su piccole produzioni nelle cantine dell’oristanese la Vernaccia ci sarà sempre e verrà mandata in tanti posti nel mondo. In Inghilterra per esempio è molto apprezzata, così come in Giappone. Poi ci sono tanti appassionati, wine-lovers sparsi un po’ ovunque che non ne potrebbero mai fare a meno.
Ultima domanda. Arriviamo a Cabras e vogliamo bere un Antico Gregori ’76. Qual è la prima cosa ci metti accanto?
Il Bottarino. Un pecorino stagionato con all’interno della bottarga. È l’unione tra il mare e la terra, tra il pescato e la tradizione pastorale. E ci sta veramente bene…
Contini - Cabras (OR) - via Genova, 48 - 0783 290806 - www.vinicontini.com
a cura di Giuseppe Carrus