Amass Fried Chicken. L’idea
“Amass Fried Chicken è stato nel nostro Dna sin dalla nascita del ristorante”, spiegava qualche settimana fa il post su Facebook con cui una delle più rinomate realtà gastronomiche di Copenhagen introduceva l’avvio di un nuovo progetto di ristorazione, complementare al lavoro del ristorante. Un alter ego cresciuto in famiglia, che negli ultimi anni ha assecondato l’esigenza estemporanea di rilassarsi un po’, per la gioia di quegli avventori che, pronti a entrare nel mondo gastronomico di Matt Orlando (fatto di un’attenzione maniacale alla riduzione degli sprechi e di una superba centralità della materia prima), venivano invitati a condividere anche un lato più segreto dell’universo Amass, a base di pollo fritto e un buon bicchiere di vino (o birra). “Un’opportunità per noi di indossare pantaloncini e maglietta”, senza troppe formalità, né piani di business, spiegano ora i ragazzi nell’annunciare l’evoluzione del format. O meglio, la sua nascita, come vera e propria attività parallela aperta al pubblico, e non più riservata esclusivamente ad amici e clienti affezionati.
La nascita di un nuovo format
L’opportunità per concretizzare l’idea è arrivata proprio durante il lockdown: come altri celebri ristoranti di Copenhagen (primo fra tutti il Noma, ora operativo con il suo burger e wine bar in giardino, ma solo temporaneamente), anche Amass ha ripensato le sue priorità, consapevole di dover fornire ai clienti una formula più informale, accessibile, scanzonata. Per far tornare i conti, ma pure per offrire alla città una valvola di sfogo dopo tante settimane di stop. In attesa che anche la clientela internazionale torni a frequentare il ristorante, nato nel 2013 in un ex magazzino navale della capitale danese, circondato dal mare e tanto spazio all’aperto, oggi apprezzato in tutto il mondo (in realtà, da qualche giorno, il ristorante ha riaperto anche con la proposta consueta, solo a cena e per il pranzo del sabato). Amass Fried Chicken, dunque, è ora un “bad boy” che sta in piedi da solo, “naturalmente, supportato da una copiosa quantità di vino”. A differenza del ristorante, che continua a lavorare su prenotazione obbligatoria, il b-side di Amass non accetta prenotazioni (proprio come il burger bar del Noma), è operativo con orario no stop dalle 15 alla mezzanotte, ma solo dal martedì al sabato (quando il servizio inizia alle 14). E fino a esaurimento scorte.
Pollo fritto e vino in giardino
Ci si accomoda all’interno – nel bar del locale – o all’aria aperta, nel giardino di Amass, che dà accesso diretto ad Amass Fried Chicken. Il menu? Pollo fritto con insalata di cavolo verza e salsa di accompagnamento (un classico americano, in omaggio alle origini di Matt Orlando, californiano trapiantato in Danimarca, dove da anni interpreta perfettamente la new wave della cucina scandinava), ma anche un’alternativa vegetariana con funghi pleurotus fritti e coleslaw d’ordinanza d’accompagnamento. Entrambi proposti a poco più di 15 euro.
Poi insalata dell’orto (quello di Amass merita una visita) e brownie al cioccolato per chiudere in dolcezza. Vino al calice o in bottiglia e packaging ecocompatibile ad hoc per chi vuole consumare il pasto all’aperto. L’idea sembra destinata a durare ben oltre questo incerto periodo di ripartenza della ristorazione. Tanto da essere presentata come un’aggiunta “permanente” ad Amass.
Ma lo spirito dell’iniziativa – e la tempistica con cui prende forma – accomuna il progetto ad altri pop up informali che stanno nascendo nel mondo e in Italia nell’orbita di realtà gastronomiche che vogliono reagire in modo propositivo alla crisi (oltra al già citato Noma, succede a Girona con la trasformazione del Mas Marroch dei fratelli Roca, e in Italia con RetroPizza a Roma e con la Bentoteca milanese di Yoji Tokuyoshi, solo per fare qualche esempio).
Amass Fried Chicken – Copenhagen – Refshalevej, 153 - https://amassrestaurant.com/afc/