Solitamente assai navigato e con alcun problema a parlare davanti a una telecamera, questa volta chef Giulio Terrinoni c’ha pensato più di qualche minuto a concedersi. “Sono troppo emozionato, come se fosse il primissimo giorno”. Emozioni doppie, in realtà, per lo chef del ristorante Per Me: la sua compagna al ristorante e nella vita, Flaminia Francia, è in procinto di partorire Cecilia: “Questione di ore, il tempo guardacaso finiva esattamente oggi, il fatidico 18 maggio”.
Chef Giulio Terrinoni e la riapertura del Per Me
Alla fine siamo riusciti a farlo sedere 10 minuti nonostante i sentimenti contrastanti di entusiasmo, voglia di riscatto, paura per il futuro. E siamo riusciti a girare questa video intervista per fissare le sensazioni delle primissime ore di apertura dopo un incredibile stop forzato di oltre due mesi. “Il telefono che suona è la cosa più commovente” confessa lo chef di Fiuggi.
Il rispetto dei protocolli per la riapertura dei ristoranti
Intanto la sala è stata approntata per dare risposte ai protocolli approvati nelle scorse ore: i menu sono digitali, i gel igienizzanti sono ben camuffati per evitare di guastare l’estetica del locale, ma presenti in tutto il ristorante, le mascherine per il personale - fatte disegnare ad hoc dagli architetti Alvisi Kirimoto già autori del recente restyling - sono indossate. Ma soprattutto ci sono loro: i clienti. Passano in bici (nelle strade di Roma di queste settimane tutti vanno a pedali) per ordinare il pranzo di domani, visto che il servizio di delivery è ancora attivo (“anzi, mi sa che diventerà proprio un nuovo progetto!”), oppure si siedono al tavolo. “Ho aperto subito, lunedì 18 a pranzo, i clienti di oggi cosa dicevano? Che hanno voglia di normalità. Stasera? Sono contento: 15 prenotati”, sparpagliati tra le due sale, il cortile interno e il dehor tra i più belli della città.
Riapertura dei ristoranti. Clientela italiana e clientela straniera
“Siamo stati lungimiranti nei mesi passati a non voltare le spalle ai tanti clienti italiani che iniziavano a spazientirsi perché non trovavano mai posto, visto che gli stranieri prenotano molto in anticipo. Abbiamo iniziato a riservare posti per loro e adesso ci ritroviamo una clientela radicata, residente in città”. E intanto il telefono squilla ancora: “Oggi hanno fissato persone di Torino, per giugno, quando ci si potrà spostare tra le Regioni”. E così una normale prenotazione dal Piemonte, che fino a due mesi fa sarebbe passata inosservata, diventa un altro pezzetto di nuova normalità, un briciolo di speranza a cui tenersi aggrappati.
a cura di Massimiliano Tonelli