Food trend 2020. Le tendenze del cibo
Il nuovo che avanza da un lato, quello di cui volentieri si potrebbe fare a meno dall’altro. Sul finire dell’anno, proiettati verso l’ennesimo inizio, si condensano auspici, pronostici per il futuro, intuizioni su quel che sarà (saremo) nei prossimi 12 mesi. E dal momento che il cibo è abitudine quotidiana e piacere condiviso da molti, sull’interpretazione delle tendenze di settore si concentrano fior di analisti, esperti del food, agenzie di comunicazione chiamate a indagare sulle manie più recenti della ristorazione e sui prodotti che avranno la meglio sugli scaffali. In buona parte si tratta di un’eredità che il nuovo anno raccoglie dal vecchio, specie quando si tratta di evoluzioni che si concretizzano sul lungo periodo (pensiamo all’ascesa dell’industria dei surrogati vegetali, più che conclamata, supportata da investimenti ingenti e destinata a durare); poi c’è il toto-trend più goliardico, e un po’ ingarbugliato, in cui confluiscono studi sulle nuove abitudini di consumo, speranze, boutade. Dunque, come sempre, con la giusta dose di ironia, affrontiamo i food trend per il 2020 alle porte, fiduciosi che qualche mania gastronomica dell’ultimo anno potremo lasciarcela alle spalle (a questo proposito, sul Best of the Year del Gambero Rosso di dicembre trovate anche cibi feticcio, impiattamenti di tendenza, oggetti e prodotti saliti alla ribalta nel 2019).
I prodotti vegetali cruelty free: nel grande calderone dei surrogati vegetali che ormai hanno conquistato anche le più celebri catene di fast food, confluiscono numerosi prodotti in ascesa. Il pollo “vegano”, per esempio, meglio se fritto come quello servito da KFC, e ovviamente le diverse declinazioni degli hamburger “impossibili”. Ma il 2020, dicono gli esperti del mondo vegano, vedrà l’avvento dei cosiddetti formaggi vegani a base di frutta secca (ne abbiamo parlato di recente a proposito di un curioso caseificio di Genova) e delle uova ottenute a partire da prodotti vegetali. Tra i format in ascesa, fanno sapere dall’America, attenzione alle bakery vegane.
Sostenibilità: Le produzioni a basso impatto ambientale dovranno necessariamente rappresentare il futuro del pianeta, se vogliamo porre rimedio al galoppante cambiamento climatico in atto. Dunque anche i consumatori, sempre più consapevoli dello spreco di risorse destinate ad alimentare l’industria alimentare, saranno ostinati nel ricercare prodotti sostenibili, oltre che salutari, pur a un prezzo accessibile. E così a farsi strada saranno anche i packaging plastic free e le soluzioni innovative proposte dal design in tal senso. Ma, soprattutto, gli anni Venti segneranno il ritorno definitivo ai prodotti locali, in arrivo dalle aziende agricole del territorio (speranza, più che pronostico?).
L’influenza del comparto food delivery sulla ristorazione: L’avvento di servizi di consegna di cibo a domicilio sempre più efficienti, se da un lato continuerà a foraggiare la diffusione delle dark kitchen (cucine-laboratorio prive di ristoranti aperti al pubblico), dall’altro spingerà la ristorazione tradizionale a ideare menu più flessibili, che annoverano piatti facilmente trasportabili e destinati a preservare le proprie qualità fino a 30 minuti dall’uscita dalla cucina.
Funghi reishi: Il favorito per il campionato 2020 dei superfood è questo fungo molto conosciuto nella medicina orientale, capace di potenziare le nostre difese immunitarie. Da consumare in purezza (previa cottura) o come infuso. Sì, siamo nel campo della pura speculazione. Ma in una lista dei food trend che si rispetti i superfood non possono mancare.
Dieta ketogenica e prodotti low-carb: Ogni anno si ripropone l’annosa questione dal carboidrato capro espiatorio di cattive abitudini alimentari. Se questo è vero dall’altra parte dell’oceano, dove l’eccesso di zuccheri e carboidrati determina gravi problemi di salute, il sistema della Dieta Mediterranea ci mette in buona parte al riparo da questo rischio. Dunque, pane e pasta continueranno a caratterizzare i nostri pasti. Ma il mercato globale dei prodotti low-carb investirà sullo sviluppo di nuove soluzioni, dal momento che, nei prossimi 5 anni, la dieta ketogenica sembra destinata a fare un numero di proseliti sempre maggiore.
Harissa: In America già l’hanno definita “il nuovo sriracha”, in riferimento alla mania, fin qui documentata, di usare la piccantissima salsa di origine thailandese su molte pietanze “occidentali”. Ma la salsa piccante del futuro sarà l’harissa, preparazione tipica del Maghreb, a base di peperoncino rosso fresco, aglio e olio d’oliva.
Bambini al ristorante: Tra le tendenze-auspicio per gli anni Venti, l’attenzione per i clienti più piccoli sembra essere al centro di un dibattito stimolante. Come educare i bambini a mangiare tutto ed essere curiosi a tavola? Realizzando per loro menu ad hoc, che non siano però limitanti (pasta, bistecca e patatine), ma ricchi di spunti diversi. Dunque, ecco una nuova sfida per chi fa ristorazione: ideare piatti per bambini che li invoglino a esplorare nuovi gusti, assaggiando ingredienti sconosciuti e cucine del mondo. Sin da piccoli.
Bevande fermentate: Ancora kombucha? Sì, e senza possibilità di appello.
Makgeolli: E per la categoria curiosità dal mondo, mentre tutti parlano di sake, ecco il liquore a base di riso tipico della Corea. Vagamente frizzante, si presenta come fosse latte, dolce e acido allo stesso tempo. È davvero destinato ad avere successo? Vedremo.
Socializzare al ristorante: Quasi banale nelle premesse, non così scontato nella realtà. Nell’era della condivisione compulsiva, anche andare al ristorante diventa un’opportunità per socializzare. O meglio, per condividere esperienze memorabili con gli altri. Dunque spazio ai tavoli sociali e alle cene-evento: foto per Instagram assicurate e nuove conoscenze dietro l’angolo.