I robot bartender di Makr Shakr
L'esordio italiano dei robot bartender progettati da Carlo Ratti per Makr Shakr l'abbiamo visto a Torino un anno fa, per animare l'estate dei Murazzi con il prototipo ideato dall'architetto torinese alla guida del MIT Senseable City Lab del Massachusetts. Nino, il nome scelto per “umanizzare” le due braccia meccaniche che si muovono all'unisono per realizzare il cocktail perfetto, governate da un'app ipertecnologica. Poi, all'inizio del 2019, è arrivato Guido, un vero e proprio bar robotico itinerante (pilotabile, in futuro, dal cliente, che potrà inviare un input tramite smartphone per farsi raggiungere ovunque si trovi), che ribadiva la strada intrapresa dal gruppo italiano Makr Shakr, realtà italiana (fondata proprio da Ratti nel 2014) già da tempo impegnata sul mercato delle macchine automatizzate per la miscelazione: dimostrare come l’automazione sia in grado di fornire nuove opportunità al mondo della ristorazione e del food & beverage. Indugiando pure su una buona dose di spettacolarizzazione dei rituali tipici del bar, improvvisamente trasportato in una dimensione futuristica (ma a quanto pare già molto concreta). E infatti, nel bel mezzo dell'estate 2019, siamo di nuovo a parlare di bar automatizzati e braccia robotiche prestate all'arte della miscelazione.
The View by Makr Shakr a Milano. I cocktail “robotici”
The View by Makr Shakr Rooftop, appena inaugurato a Milano, abbina alla sperimentazione sull'automazione una vista suggestiva sul Duomo, dall'alto della terrazza milanese che ospita il nuovo temporary bar, la Terrazza della Town House, al quinto piano di via Silvio Pellico, civico 2. E la formula - già sperimentata al Barbican di Londra - non cambia: dietro (sul) bancone del bar, sono due robot (del prototipo Toni) – uno miscela e shakera, servendosi da un dispenser di ghiaccio intero e tritato, pescando all'occorrenza limone, menta e frutta già tagliati; l'altro porge il bicchiere al cliente – a preparare i cocktail ordinati via app, attingendo a una varietà di 158 bottiglie appese sul soffitto.
E l'automazione permette di ottimizzare i tempi: in combinata, i due robot, servono fino a 80 drink all'ora.
Bar robotico: automazione al servizio della miscelazione
Per gli ospiti che preferiscono mantenere un piede nel presente, però, l'ordinazione può evitare il passaggio via app: un cameriere in carne e ossa prenderà l'ordine al tavolo, per trasmetterlo agli instancabili robot bartender. Un monitor smista e condivide i nomi di chi aspetta di ricevere il cocktail, segnalando il tempo di attesa. Il tutto a un prezzo decisamente contenuto, considerando che ci troviamo su una terrazza con vista sul Duomo: 12 euro è il costo per concedersi un drink “robotico”. A patto di sorvolare sull'impossibilità di stabilire un contatto umano con chi sta dietro al bancone – che è buona parte del fascino del bar, e soprattutto rende merito alla professionalità e alla personalità dei numerosi bartender di talento d'Italia – un'idea decisamente originale per godere di un aperitivo con vista a Milano. Tra un Margarita, un Moscow Mule, e un apologetico More than uman. Dalle 17 all'1 di notte, tutti i giorni, finché la stagione lo consentirà. Ma si accettano prenotazioni solo per gruppi superiori alle 10 persone.
The View by Makr Shakr Rooftop – Milano – Town House, via Silvio Pellico, 2 (quinto piano) - https://duomo.townhousehotels.com/Dining/The-VIEW-Rooftop
a cura di Livia Montagnoli
foto di Marco Beck Peccoz