La calamarata, un tipo di pasta che prende il nome dal formato simile ad anelli dei calamari, impiega parecchi minuti a cuocere circa sedici -, quindi la prima cosa da fare è portare l'acqua della pentola a bollore, versare il sale e buttare la calamarata la smucinatina è inevitabile.
A questo punto, senza indugio alcuno, in una padella mettiamo una dose generosa di olio - inutile che col becchetto della bottiglia andiamo a fare "cip cip" e lesiniamo perché si deve condire la pasta! -, tre becchette d'aglio in camicia private solo della parte inferiore, il nostro peperoncino aromatizzato ne mettiamo un po' per fare una cosa da brivido e intanto che il tutto rosola spacchiamo i pomodorini a metà e li sistemiamo in padella con la parte tagliata rivolta verso il basso, a contatto con il calore della fiamma.
Da subito il fuoco deve essere vivace per fare un bel sughetto. Ricordate che questo pesce ha un sapore molto delicato e va insaporito un po'; quindi condiamo con un'altra spolverata di peperoncino, aggiungiamo i filetti di persico sopra i pomodorini, condiamo con un giretto d'olio, di nuovo un "cincinin" di peperoncino e il sale grosso.
Con qualche foglia di prezzemolo e uno spicchio d'aglio facciamo un battuto che più è fino e meglio è; ne mettiamo un po' subito nel sughetto e lo bagnamo con un'ombra centrale di vinosità. Lasciamo cuocere per cinque minuti e appena la calamarata è pronta la scoliamo e la tuffiamo in padella con il pesce e i pomodorini.
Mantechiamo per far legare il tutto, versiamo il battuto di prezzemolo e aglio come se piovesse, impiattiamo e completiamo con un filo d'olio a crudo. A questo punto vedo assolutamente necessario il dovermi sacrificare per un test Buon appetito!