La stagione autunnale porta con sรฉ un cambio di guardia deciso fra i banchi del mercato, dove iniziano a comparire le prime crucifere come verza e cavolo cappuccio, ortaggi che ci accompagneranno per tutto l'inverno. ร il tempo della raccolta delle olive e della fine della vendemmia, ma anche di funghi, una prelibatezza unica che ci aiuta ad affrontare i primi freddi.
Il regno dei funghi
Organismi originati da spore, privi di clorofilla, cosรฌ speciali da essersi meritati, a partire dal 1817 in poi, un regno a sรฉ. L'affascinante mondo dei funghi โ studiato da una disciplina chiamata micologia โ รจ un universo complesso e sfaccettato, dalle mille anime, che comprende piรน di 100mila specie conosciute, commestibili e non. La storia della coltivazione dei funghi affonda le proprie radici in tempi antichi, ma non solo: molte tipologie, grazie alla loro naturale capacitร di produrre molecole antimicrobiche, sono da anni impiegate in campo farmaceutico per la produzione di antibiotici e vitamine. Per non parlare del loro utilizzo in agricoltura come insetticidi. Ma veniamo alla cucina: alla brace, fritti, crudi in insalata, nelle minestre o come condimento della pasta all'uovo, ogni tipologia ha un impiego ideale. Non mancate di provarli tutti.
Le tipologie piรน diffuse: champignon, porcini e prataioli
Impossibile tracciare una panoramica completa di tutte specie di funghi, ma cerchiamo di ricapitolare le principali caratteristiche di quelli piรน comuni sulle nostre tavole. A cominciare dall'agaricus bisporus, ovvero lo champignon, uno dei piรน commercializzati in tutto il mondo, disponibile tutto l'anno, che puรฒ essere consumato crudo o cotto. Si consiglia di acquistarlo sodo e compatto, con il cappello privo di qualsiasi ammaccatura o macchia, e soprattutto ben attaccato al gambo.
C'รจ poi il porcino (boletus edulis), che cresce nei boschi di querce, faggi e conifere giร a fine estate fino ad autunno inoltrato, dal grande cappello marrone dalla consistenza carnosa che puรฒ raggiungere anche i 30 centimetri di diametro e i 3 chilogrammi di peso. Niente lamelle nella parte inferiore, ma solo tubuli da cui fuoriescono le spore di colore giallo-verdastro.
E il prataiolo (agaricus campestris), consumato e apprezzato fin dai tempi dei romani, tanto da essere citato nei versi di Orazio: โPratensibus optima fungis/Natura est; aliis male crediturโ, ovvero โil prataiolo รจ il miglior fungo in natura; degli altri non bisogna fidarsiโ. Nativi delle praterie europee e nord americane, i prataioli danno il meglio di loro se cotti in padella in un soffritto con olio d'oliva o un po' di burro.
Ovoli, finferli, chiodini e shiitake
Ancora, il nobile ovolo buono โ amanita caesarea โ uno dei piรน rari, consumato dai buongustai crudo con insalata. Cibo degli dei per gli antichi romani, per crescere non necessita di un'eccessiva umiditร , ma anzi predilige un clima asciutto, peculiaritร davvero insolita per un fungo. Ottimo anche il finferlo (o gallinaccio o galluccio, galletto o gialletto), dalla forma molto diversa rispetto agli altri, irregolare e ondulata, convessa e avvallata, di colore giallo-arancione. Puรฒ essere gustato anche fritto o sott'aceto, in qualsiasi caso, la sua carnositร pronunciata saprร soddisfare anche i palati piรน esigenti.
Senza dimenticare il chiodino, un tempo chiamato โl'asparago dei funghiโ, per via della bontร della parte superiore del gambo e del cappello. Armilaria mellea nella dicitura scientifica, il chiodino si distingue per le piccole dimensioni, la forma slanciata e inconfondibile, e il cappello dalla cuticola liscia; sono commestibili solo previa cottura. Infine, lo shiitake (lentinus edodes), proveniente dall'estremo Oriente e diffuso in Cina fin da tempi remoti, con il cappello appianato di colore bruno e ricoperto, in giovane etร , di verruche bianche. Il nome deriva dai termini giapponesi shii, quercia, e take, fungo: infatti, nella terra del Sol Levante, cresce spontaneamente sui tronchi di questi alberi.
L'interpretazione dello chef
Versatili e gustosissimi, i funghi hanno ispirato nel tempo gli chef di tutto il mondo, che in questo prodotto hanno cercato lo stimolo per inventare nuove creazioni e abbinamenti insoliti. Ne รจ un esempio Ciro Scamardella, da pochi mesi al fianco di Alessandro Pipero nel locale che porta il suo nome a Roma. Che ha preparato un piatto originale pensato per essere offerto a inizio pasto, โe quindi per delineare la filosofia che accomunerร tutta la degustazioneโ. Lui lo definisce โun contenitore di ideeโ, un modo per coniugare piรน concetti in un'unica ricetta: c'รจ l'innovazione, con la tecnica del gomasho, โche consiste nel salare solamente per il 3% i semi di sesamo (nel caso del piatto in questione, le nocciole), che vengono poi tostati e frullatiโ, ma c'รจ anche la tradizione agricola: โMi sono ispirato al maccaturo, il pasto tipico dei contadini, preparato un tempo dalle massaie per sostenere mariti e figli nel lavoro nei campiโ. Una pietanza semplice chiusa con un fazzoletto, immagine che lo chef evoca grazie all'utilizzo della cocotte e, a breve, โdi un canovaccio fatto fare appositamente da un sarto, con un'asola che consente di essere avvolta attorno al bottoncino del recipiente in ghisaโ. I funghi sono quelli dell'azienda Natural Funghi, โcoltivati in una grotta a Manziana, vicino al lago di Bracciano, dove la temperatura si aggira attorno ai 12-13ยฐC e l'umiditร costante รจ superiore al 92%โ.
La ricetta: Maccaturo, ceci e funghi di Ciro Scamardella
Per la crema ceci
Ingredienti
500g di ceci
70g di carote
70g di sedano
70g di cipolla
10g di zenzero
20g di guanciale
1 rametto rosmarino
100g di vino bianco
Brodo vegetale q.b.
Ammollare i ceci in acqua per una notte. Scolarli dallโacqua e sciacquarli, rosolare il guanciale tagliato a pezzi in padella e aggiungere il rosmarino e le verdure precedentemente tagliate molto sottilmente. Dopo qualche minuto, sfumare con il vino. Aggiungere i ceci e coprire con brodo vegetale. Mettere tutto in pentola a pressione e, dopo lo sfiato, far cuocere per un'ora. Scolare i ceci e frullarli, tenendo da parte lโacqua di cottura che servirร da emulsionante. Mentre si frulla, condire con soia, succo di limone e olio aromatizzato allโaglio.
Per i funghi
Ingredienti
200g shitake laziali
50g burro nocciola
1 rametto timo
40g fondo di vitello
5g aceto di vino rosso invecchiato in rovere
Sale q.b.
Pepe nero q.b.
Tagliare a pezzettoni i funghi e cuocerli in padella antiaderente senza aggiunta di grasso, in modo da tostarli sui lati; aggiungere poi il burro nocciola e il timo sfogliato. Completare con il fondo e sfumare con lโaceto, glassare bene il tutto e aggiustare di sale e pepe.
Per il gomasho di nocciole
Ingredienti
200g nocciole
3% sale
In padella, idratare leggermente le nocciole con un vaporizzatore e aggiungere il sale, iniziare a tostare a fuoco basso, continuando a muovere le nocciole in modo da tostarle uniformemente. A tostatura completa, freddare velocemente e frullare per pochissimi secondi al massimo della velocitร , in modo da ottenere una polvere con diverse grane.
Per la spuma ceci
Ingredienti
500g crema ceci
160g panna
220g albume
Frullare la crema di ceci con la panna e lโalbume. Una volta emulsionati bene gli ingredienti, passare allo chinoix sottile per evitare eventuali grumi. Caricare il sifone grande con 2 cariche, mettere nel roner a 65ยฐC 2 ore prima del servizio.
Per la polvere di funghi
Ingredienti
200g scarto di porcini laziali
Mettere tutti gli scarti dei funghi in disidratatore nellโapposito cassetto forato, in modo da creare un circolo dโaria omogeneo per la completa disidratazione, che avviene a 60ยฐC. Appena sono tutti secchi, frullarli al macinaspezie fino a ottenere una polvere sottile .
Pipero Roma โ Roma โ corso Vittorio Emanuele II, 250 - 0668139022 - www.piperoroma.it/it/
a cura di Michela Becchi