L'idea di Tania Guedes
Nel 2017 il progetto Food Art Week debuttava per la prima volta in Italia, all'interno del contenitore della Bologna Design Week. Ma Tania Guedes, direttrice dell'Entretempo Kitchen Gallery di Berlino e ideatrice del festival che proprio nella capitale tedesca ha trovato modo di mettere radici ed evolversi (oggi richiama un pubblico di 10mila persone) ha messo a punto il format a partire dal 2015, con l'idea di suggerire modi alternativi di pensare e riflettere sul cibo, attraverso la forza comunicativa dell'arte. Una rassegna concentrata sulla sostenibilità alimentare e il cambiamento delle abitudini di consumo, sui fenomeni che influenzano il nostro approccio al cibo e sulle urgenze del presente, dal cambiamento climatico alla lotta allo spreco: arte contemporanea, cibo, comunità per l'evoluzione e il cambiamento sociale, è il motto della kermesse. Tutto attraverso una settimana di appuntamenti che invitano alla condivisione di cibo e stimoli: performance artistiche, mostre, letture, laboratori, degustazioni e cene allestite come happening creativi. Da Berlino – città particolarmente sensibile al tema del cambiamento e culla di molti progetti concentrati sulla sostenibilità alimentare - il festival ha preso le mosse per intraprendere un tour che lo porta a replicarsi nel mondo, alla ricerca di nuovi orizzonti da colonizzare. L'anno scorso è toccato a Bologna, il 2018 vedrà avvicendarsi Città del Messico (il prossimo autunno) e San Paolo del Brasile, entro la fine dell'anno. Prima però, tra pochi giorni, la manifestazione approda a Parigi, che già nel 2016 aveva accolto la macchina della Food Art Week: da allora, sull'asse Berlino-Parigi si è stabilito un dialogo privilegiato che non si è mai interrotto, e produrrà risultati inediti in occasione dell'edizione alle porte.
Sugar a Parigi
Sugar è il tema che sarà sviluppato dal 1 al 10 giugno, ironia della sorte (ma nulla è casuale) in contemporanea con la Settimana della Prevenzione contro il diabete promossa in tutta la Francia. E sullo zucchero si concentrerà la riflessione, affrontando un problema di grande attualità come la dipendenza da zucchero nella consuetudine alimentare, valutando gli effetti sulla nostra salute e l'approccio dell'industria alimentare globale, ma pure l'evoluzione storica e sociale della filiera produttiva, l'impatto sociale del consumo di zucchero e il nostro legame emozionale con la dolcezza, alla ricerca di un (difficile) equilibrio individuale che rifiuti l'eccesso senza spingere a rinunce punitive (a Bologna con lo stesso approccio si era scandagliato il mondo della carne). Anche per questo il festival coinvolgerà molti locali della città (dal quartier generale al Ground Control all'Abbatoir Vegetal, al Cafè Ineko e Le Bouclard) chiamati a riflettere sul tema con laboratori e menu che offrano alternative salutari all'eccesso di zucchero. Ma saranno soprattutto gli artisti a suggerire nuovi punti di vista e provocazioni sul tema: con la mostra Overdose, per esempio, il collettivo Akatre si interroga sugli effetti dell'abuso di zucchero attraverso un ciclo di progetti grafici; Dorothee Selz, invece, presenterà le sculture commestibili del progetto Eat Art, ideato già a partire dagli anni Settanta; mentre Mathias Bensimon rivelerà al pubblico il suo affresco realizzato con lo zucchero. Un programma denso di incontri e conferenze (con la partecipazione della Federazione francese di diabetologia) presso gallerie d'arte e spazi culturali di Parigi, in collaborazione con decine di artisti francesi e internazionali. Tutto il programma sul sito della manifestazione.
http://entretempo-kitchen-gallery.com/food-art-week-paris-2018/
a cura di Livia Montagnoli