Maker Faire. Anche il cibo è digitale
Cosa significa essere food maker nell'era digitale? Sul concetto contemporaneo di artigianalità del cibo riflette la quinta edizione del Maker Faire di Roma, che dal 1 al 3 dicembre racconta il mondo dell'innovazione negli spazi della Fiera di Roma. E la Capitale, coinvolta in un circuito che annovera molte grandi e avanguardistiche città del mondo, mantiene un primato che la vede giganteggiare insieme a New York e San Francisco tra gli organizzatori delle rassegne più ambiziose ed estese (per numero di espositori) di tutto il sistema Maker Faire. Con buon riscontro del pubblico, che l'anno scorso ha superato le 100mila presenze in tre giorni. L'obiettivo è quello di crescere ancora, e certo il focus sul cibo e le dinamiche del sistema alimentare è uno degli assi nella manica della manifestazione, con coinvolgendo espositori da tutto il mondo si confronta pure con il cibo del futuro. Ognuno dei padiglioni del circuito, infatti, affronta temi specifici, dall'interazione al movimento, dalla manifattura all'universo dei robot. L'area food, che condivide lo spazio con arte e musica, spazia dall'agricoltura di precisione alla trasformazione della materia prima, ai sistemi innovativi di distribuzione e riciclaggio. L'idea è quella di offrire un viaggio lungo la catena alimentare che pone l'accento sulla creatività di chi “ coltiva, produce, trasforma, combina, scambia, consuma, ricicla e con il suo operato e le sue scelte quotidiane può davvero generare un impatto sull’intera comunità”.
L'Area Food
Al motto di “from farm to fork”, installazioni, workshop e talk che animeranno il padiglione si concentrano su food design, smart kitchen, superfood, spreco e sicurezza alimentare. Cinque le aree tematiche sul percorso: produzione, trasformazione, distribuzione, consumo e riciclaggio. La parola al nutrito gruppo di innovatori alimentari, molti impegnati a perfezionare sistemi per ottimizzare la produzione agroalimentare. C'è Agricoltura Urbana 432 Healthy Zone, che porta in fiera la coltivazione di erbe aromatiche e germogli in container con l'ausilio di vibrazioni musicali; e Agricolus, che facilita il compito degli agricoltori offrendogli un pacchetto per ridurre lo spreco di risorse. O Algaria, specializzata nella produzione di alghe e prodotti derivati, e BioPic con il suo orto terraponico a cm 0. Ma c'è spazio anche per chi riflette sull'entomofagia, con l'idea di rendere appetibile il consumo di insetti in vista della ricezione della normativa europea, come Crické. E chi ha inventato – Massimo e Mattia Cestra, padre e figlio dodicenne – una serie di biosfere automatizzate, controllate via app, per monitorare la qualità dell'aria e dell'acqua. Poi 3Bee, per il controllo da remoto degli alveari, il sistema di home brewing digitale Beerlab, Cold detector per controllare gli ambienti refrigerati nella ristorazione e garantire il rispetto dei parametri HACCP, il drone trattore agricolo Drover.
Le curiosità
Più curiosa l'idea di Funghi Espresso, startup per la produzione di funghi freschi a partire dai fondi di caffè, che diventano substrato nutriente per incentivare la crescita. Altrettanto insolita l'idea di Handsonfood, un guanto elettronico collegato a un'app: scelta la ricetta, il dispositivo guida l'utilizzatore nella preparazione del piatto. Da osservare con la giusta dose di perplessità la macchina per cocktail semi-automatizzata (Mixartista, made in Italy), la piastra refrigerata per gelato espresso Mashcream, lo sguscia molluschi Shell-o, capace di sgusciare 1 kg di telline in 5 minuti. Ospiti del padiglione anche l'Università di Tor Vergata con il suo Naso elettronico e la nuovissima Scuderia Future Food Urban Coolab, inaugurata a Bologna per approfondire gli obiettivi dell'innovazione alimentare e finalizzarli in cucina. Domenica 3 dicembre, al padiglione 10, dalle 11.30, la conferenza sull'Agrifood: make, hack o tech?
Maker Faire | Roma | Fiera di Roma | dal 1 al 3 dicembre, 10-19 | ingresso 12 euro | www.makerfairerome.eu
a cura di Livia Montagnoli