È anche l’anno della santificazione del Papa Buono e del primo Gay Pride a Roma.
2000
È l’anno del Millenium Bug, un potenziale difetto informatico che - secondo alcuni - avrebbe creato gravi problemi a tutti i pc nel mondo. Ma l’enorme danno paventato dai media non si verifica: al suo posto qualche piccolo problema di date, circoscritto e assolutamente innocuo. È l’anno della rivelazione del terzo segreto di Fatima e della seconda intifada. Muore ad Hammamet Bettino Craxi. Le scuole pubbliche e private vengono parificate. Si dimette il governo D'Alema, entra in carica Amato. Muore a Firenze il ciclista Gino Bartali. Nella gara di Coppa America, l'italiana Luna Rossa viene sconfitta dai neozelandesi di Black Magic. È l’anno in cui viene beatificato il "Papa buono", ovvero Giovanni XXIII, ma anche l’anno in cui si celebra la settimana del Gay Pride a Roma. Se ne va Vittorio Gassman. A Sandro Veronesi il Premio Campiello. Esce in edicola l'ultimo numero de l'Unità. La leva obbligatoria viene abolita. Nella finale degli Europei, la Francia batte l'Italia 2-1: è la prima nazionale a vincere consecutivamente campionati del mondo ed europei.
Anche il mondo cambia: a marzo Vladimir Putin viene eletto presidente della Russia, mentre a luglio falliscono i tentativi di trovare una soluzione diplomatica fra Israele e Palestina a Camp David. Due mesi dopo, Ariel Sharon entra nella spianata delle Moschee con mille uomini armati, provocando l'accentuazione del conflitto con i palestinesi: comincia la seconda Intifada. In Siria muore il presidente Hafiz al-Asad, al potere dal 1970: a succedergli è il figlio, Bashar al-Asad. Viene pubblica l'ultima striscia dei Peanuts, a seguito della morte del creatore della serie, Charles M. Schulz. A novembre, con una vittoria risicatissima, George W. Bush jr diventa presidente degli Stati Uniti.
Il Primo numero del 2000. La festa del vino
“Per trent'anni sono stato collezionista e assaggiatore. Ho bevuto i migliori vini del mondo. Quando sono arrivato in Toscana sapevo perfettamente che cosa volevo fare. Piano piano ci Sono riuscito. Questo riconoscimento è dedicato a tutti i clienti che hanno comprato il mio vino prima che fosse famoso”. Nelle parole di Stak Aivaliotis, cipriota trapiantato in Toscana, che al suo esordio in Vini d'Italia si è beccato subito i Tre Bicchieri con il suo Tzingana ’97, si racchiude un po' il senso di una giornata formidabile che tale è stata soprattutto per gli esordienti, alcuni sorpresi, altri emozionati, tutti comunque lusingati e soddisfatti. Un successo che viene girato “a chi il vino lo capisce, lo ama, lo compra ma soprattutto ci scommette indipendentemente dalle fortune decretate dai premi”.
Tre Bicchieri per un buon compleanno Duemila. Il Gambero ne parla nel n. 96 di gennaio. Ovvero: le 182 etichette migliori dell'anno protagoniste di una gigantesca degustazione che ha visto coinvolte tremila persone. E poi un'incredibile cena di gala per 700 ospiti in onore dei migliori ristoranti d'Italia, con ai fornelli cinque chef:Heinz Beck, Annie Féolde, Gualtiero Marchesi, Valentino Marcattilii, Ezio Santin.
Dopo anni di happening informali, l'edizione dei Tre Bicchieri di inizio millennio ha avuto un carattere forse più istituzionale con la presenza compatta di tutti i produttori premiati. Non è un caso che, delle tre edizioni della Guida (italiana, tedesca, inglese), furono prenotate 100 mila copie, con previsione di vendita di 150mila.
Il numero di Aprile racconta di una Maremma straniera
Da Oakville a Bolgheri. È più che un viaggio. È una traversata, ma anche un’impresa. L'ha compiuta il gigante californiano Mondavi che ha comprato una quota di Ornellaia a Bolgheri. E fonda con Frescobaldi una nuova azienda a Magliano in Toscana. Così la Maremma, vinicola in particolare, finisce sempre più al centro dell'attenzione degli investitori stranieri. Anche se un po' tutta l'Italia è un territorio strategico da questo punto di vista. Il n. 99 di aprile racconta questa storia singolare e questa “continua corsa all'oro maremmano”. Anzi, avvisa Fabio Vizzari che firma l'articolo, “la febbre di acquisizioni dei mesi scorsi non è calata, anzi. Grandi fondi in abbandono, aree vitate o vitabili, vecchie tenute, fino al più piccolo podere coltivabile: ogni frazione di terra è oggetto di una caccia serrata da parte di aziende vinicole note e meno note. Obiettivo: arrivare all'acquisto prima che i prezzi per ettaro raggiungano livelli paragonabili a zone famose quali Montalcino o Chianti Classico. Qui, in Maremma, si possono infatti produrre vini ottimi a prezzi ragionevoli. Il clima è caldo, benevolo, le uve giungono a maturazione praticamente sempre. In più, il nome Toscana dà affidabilità e prestigio a un territorio ancora poco conosciuto in Italia e all'estero. Un cocktail molto invitante e potenzialmente molto redditizio”.
Non è un mistero per nessuno che qui negli ultimi mesi dell'anno, in ordine sparso hanno comprato Antinori, Zonin, Biondi Santi, Poliziano, Fonterutoli, Cecchi. E da ultimo il californiano Mondavi. “A conti fatti – si legge –i personaggi che hanno fatto la storia del vino moderno sono pochi. Quattro o cinque nella vecchia gloriosa Europa, tra Francia e Italia, un paio in Australia. E uno, uno soltanto negli Stati Uniti: Robert Mondavi, uscito da anni dal numero pur ristretto dei grandi vignaioli per diventare una figura leggendaria”. Senza di lui, affermano critici autorevoli,“il vino americano non sarebbe oggi un marchio di qualità in tutto il mondo. La California sarebbe una colonia produttiva periferica e francesizzante”.