Il simposio d'Irlanda
Tra gli addetti ai lavori tutti lo conoscono come il simposio gastronomico a picco sulla scogliera. E in effetti Food on the Edge dalle celebri scogliere che si tuffano nell'oceano Atlantico prende spunto sin dal nome, suggerendo un'abile gioco di parole tra quella cucina in grado di spingersi al limite e l'ultima propaggine della costa irlandese che in località Galway si getta nell'acqua in forma spettacolare. Ogni anno il convegno, ideato dallo chef , propone due intense giornate di confronto sulle ultime tendenze della gastronomia internazionale e sulla cucina d'autore, riunendo i relatori più qualificati per animare dibattiti e tavole rotonde aperte anche al pubblico di appassionati. Sul palco chef di fama internazionale selezionati sulla base del contributo che ogni giorno apportano alla causa dell’evoluzione gastronomica, intesa anche in termini di sviluppo culturale, sostenibilità ambientale e pratica etica. E il simposio – quest'anno in programma per il 24 e 25 ottobre, al Town Hall Theatre - è già entrato nel vivo.
La prima giornata
La prima giornata ha visto sfilare sul palco il padrone di casa Jp McMahon, che ha aperto i giochi, e a seguire un parterre d'eccezione in arrivo dai quattro angoli del mondo: Virgilio Martinez, Jock Zonfrillo, Atsoushi Tanaka, Eduard Xatruch, Magnus Ek, Claude Bosi, Margarita Fores e tanti altri colleghi. A ognuno 15 minuti di tempo per presentare alla platea una nuova prospettiva, sollevare dubbi, proporre soluzioni, spalleggiati dalla presenza di personalità del settore che l'apporto etico della cucina contemporanea lo studiano e lo raccontano ogni giorno, dalla coppia creativa Per-Anders & Lotta Jorgensen alla guida del magazine Fool alla giornalista Luciana Bianchi, che ha proposto un intervento di rottura dedicato al “Matrix gastronomico”. Ma gli argomenti che hanno tenuto banco sono molteplici e affrontano tutte le problematiche che uno chef moderno si trova a fronteggiare, dal dilemma degli scarti alimentari al potere socializzante del cibo, all'autosufficienza alimentare dei ristoranti che scommettono sul modello della farm, con orto e terreni di proprietà. E poi c'è il racconto delle cucine nazionali di appartenenza, dalle potenzialità dell'Australia all'evoluzione della cucina russa, alla cucina tradizionale cinese nel XXI secolo. O gli approfondimenti delle tavole rotonde, dedicati al futuro della cucina canadese e alla globalizzazione della ristorazione.
Bottura e Klugmann sul cibo del futuro
In queste ore, la giornata conclusiva, aperta dal nostro Massimo Bottura, vedrà sfilare sul palco Christian Puglisi e Matt Orlando, Daniel Burns e Robin Gill, Niklas Ekstedt e Kamal Mouzawak, chef e attivista libanese impegnato per riabilitare l'immagine del proprio Paese in cucina. E per l'Italia, oltre al patron dell'Osteria Francescana, che arringherà la platea al motto di “la cucina è una chiamata all'azione”, arriverà anche Antonia Klugmann, per parlare di confini e terre di mezzo e portare l'esperienza dell'Argine a Vencò, da Dolegna del Collio all'incrocio tra culture che convivono e regalano nuove fonti di ispirazione. Al tavolo degli approfondimenti, invece, si parlerà di sostenibilità alimentare e cucina irlandese, con un focus dedicato alla ristorazione locali che riunisce i principali attori della scena. A McMahon il compito di tirare le somme, prima di fissare l'appuntamento per il prossimo anno. Perché è di confronto e diversità che si nutre la cucina del futuro.
Food on the Edge | Galway | il 24 e 25 ottobre 2016 | www.foodontheedge.ie
a cura di Livia Montagnoli