Ospitalità Italiana è...
La cucina italiana – si sa – è apprezzata in tutto il mondo per ricchezza delle materie prime made in Italy, biodiversità dei prodotti, sapori classici. E per tutto ciò che ruota intorno alla tavola degli italiani: il senso della tradizione, le ricette tramandate da generazioni e il piacere della convivialità. Elementi entrati nel folclore tricolore che si aggiungono agli ormai noti benefici della dieta mediterranea, di cui l'Italia si è fatta custode e ambasciatrice nel mondo.
E ora New York, probabilmente la metropoli straniera con la più alta concentrazione di ristoranti italiani, celebra la cucina tricolore al Metropolitan Pavillion di Manhattan, dove 25 ristoranti selezionati dall'Italy-America Chamber of Commerce (Iacc) riceveranno il marchio di qualità 'Ospitalità Italiana', nato cinque anni fa per certificare l'autenticità dei locali made in Italy nel mondo. “Gli obiettivi del progetto sono quelli di supportare e valorizzare i ristoranti italiani nel mondo, creare un network che consenta la realizzazione di eventi per valorizzare i territori di provenienza”, ha dichiarato Federico Tozzi, segretario generale Iacc. Da tempo, “noi come Italy-America Chamber of Commerce siamo impegnati 360 giorni all'anno per monitorare e verificare che gli standard 'Ospitalità Italiana' siano rispettati”. A oggi, sono circa 300 i ristoranti certificati negli Stati Uniti con il marchio Iacc, un riconoscimento che contribuisce a “una continua educazione del consumatore Usa al cibo e vino tricolore”, ha aggiunto Alberto Milani, presidente Iacc.
Mangiare italiano a New York. Con la pizza di Starita
Ma quali sono i fattori da tenere in considerazione per assegnare il marchio Iacc? Fra i requisiti imprescindibili ci sono la qualità del servizio e delle materie prime, meglio se certificate a marchio Dop o Igp, la selezione dei vini migliori della Penisola e il rispetto per la tradizione. Attenzione puntata anche sull'olio extravergine di oliva, tra i fiori all'occhiello dell'agroalimentare nazionale, che deve essere certificato 100% italiano. Un altro modo per valorizzare le eccellenze nostrane e combattere il fenomeno dell'Italian sounding. E tra i candidati selezionati quest'anno (alla quinta edizione dell'iniziativa) spunta anche il nome di Don Antonio Starita (dal 2012 in attività nella Grande Mela), oltre alla pizzeria Kestè di Roberto Caporuscio, che del maestro napoletano è stato allievo, prima di intraprendere una fortunata attività a New York. Le due celebri pizzerie sono in compagnia di insegne dai nomi più o meno improbabili (ma a quanto pare autenticamente italiane), da Mamma Lucia a I Trulli, da Cacio e Pepe a Mozzarella e Vino, agli “artisti della Tiella”. La tradizione regionale della Penisola alla conquista del mondo.
I 25 indirizzi:
Cacio e Vino
Cacio e Pepe
Caffe’ dei Fiori
Da Tommy Osteria
Don Antonio Starita
Gran Gusto
I Trulli
Il Corso
Il Gattopardo
Il Riccio
Keste’
La Nonna Bella
La Vela Dining
La Villetta
Mamma Lucia Italian Restaurant
Mozzarella e Vino
Osteria del Principe
Piccola Cucina Enoteca Siciliana
Piccola Cucina Osteria Siciliana
Settepani
The Leopard at des Artistes Tiella
Via Emilia
VITE Vinosteria
a cura di Michela Becchi