Cosa significa per una città essere veg-friendly? Nelle prossime settimane sarà Barcellona a dimostrarcelo, con una serie di iniziative promosse dall’amministrazione comunale per promuovere la cultura vegana e vegetariana in città. E se il vostro unico riferimento in materia è l’esilarante chef Germidi Soia portato in tv da Maurizio Crozza (liberamente ispirato allo chef Simone Salvini, volto di Gambero Rosso Channel), una panoramica sugli appuntamenti che la capitale catalana varerà per merito dell’approvazione della proposta della Sinistra repubblicana potrebbe aiutarvi a far luce sull’argomento. Di fatto, l’obiettivo primario dell’iniziativa è quello di aiutare i cittadini a sperimentare i benefici di una dieta sana che di tanto in tanto può fare a meno di carne e derivati, incrementando la quantità di alimenti vegetali consumati (che fanno bene alla salute e riducono l’impatto ambientale). E se bisogna ammettere che l’idea di lanciare una guida cartacea e digitale alle tavole vegetariane della città potrebbe portare benefici evidenti al turismo locale, c’è da scommettere che faranno discutere i cosiddetti lunedì senza carne.
Meatless Monday. I lunedì senza carne
La seconda iniziativa è frutto dell’adesione a una campagna di sensibilizzazione internazionale sull’eccessivo consumo di carne, i Global Meat Free Mondays, che promuovono l’astinenza – un moderno giorno di magro, che esula da dettami religiosi – ogni lunedì. Ma al vaglio dell’amministrazione comunale c’è anche la realizzazione di un BNC Veg Point, un punto informazioni dedicato alla cucina vegetariana e vegana che metterà in rete tutti i negozi, i ristoranti e le attività che fanno dell’alimentazione veg il proprio core business, così da promuovere agli occhi di cittadini e turisti questo circuito green alternativo. Chiare a questo proposito le parole del consigliere Alfred Bosch, che aveva lanciato la proposta in consiglio comunale: “Barcellona mira a diventare un punto di riferimento mondiale in questo ambito e attirare persone che condividono questa sensibilità, anche alla luce delle raccomandazioni ONU di ridurre il consumo di carne”. D’altronde, in una Spagna profondamente legata alle proprie tradizioni culturali – anche le più cruente (vedi corsa di San Quintino a Pamplona) – Barcellona già nel 2012 aveva scelto di vietare le corride, e ora conferma di voler perseguire la strada intrapresa, sposando la causa del Meatless Monday sulla scia di esperienze positive come quella della cittadina di Ghent, in Belgio, dove le mense pubbliche non servono carne di lunedì. Staremo a vedere se altre città seguiranno l’esempio.