Più economico di un discount
“Niente marchi costosi, solo cibo a prezzi onesti”. È questo lo slogan scelto da EasyFood per promuoversi sul mercato anglosassone; e se il nome vi sembra vagamente familiare, seguite l'istinto, non sbaglierete. È l'imprenditore anglo-greco Haji-Ioannou l'ideatore del primo paradiso alimentare a basso costo sorto a Londra, in Park Royal; ancora nulla? Allora prestate attenzione al colore societario del nuovo brand gastronomico: un inconfondibile arancione carico. Indovinato? Il fondatore di una delle più note compagnie aeree low cost, Easyjet (che nel frattempo ha raggiunto i vent'anni di attività) ha deciso di lanciarsi nell'imprenditoria alimentare, adottando la formula consolidata e vincente del “meno paghi, più sei soddisfatto”.
E i prodotti in vendita sugli scaffali del nuovo supermercato, sottocosto lo sono per davvero, almeno nella fase promozionale (per tutto il mese di febbraio), che livella tutti gli articoli sulla soglia di un democratico quarto di sterlina: 25 penny al pezzo.
Cosa trovate da EasyFood
Com'è possibile? Venduti senza brand – ma su molte confezioni fa capolino il logo “happy shopper”- e limitati al novero di scatolame (dalle sardine alla salsa di pomodoro, al ketchup, e c'è persino la “pasta italiana”!), biscotti, zucchero, tè e dolciumi vari, dopo il periodo di lancio i prodotti di Easyfood raggiungeranno il prezzo di 50 penny al pezzo, comunque di molto inferiore ai cartellini esposti nelle più diffuse catene di discount (a Londra parliamo di Aldi e Lidl, fermi appena al di sotto della sterlina, con la mitica strategia dei 99 penny al pezzo). Proprio ai colossi del sottocosto l'imprenditore che ha sfondato nel business dei voli low-cost vuole fare le scarpe, sfruttando il traino della crisi e dell'incertezza economica per rivoluzionare il mercato alimentare. Ma, assicura mister Easyjet, non c'è alcun pericolo per la salute del consumatore (sarà vero?), che da Easyfood troverà semplicemente “cibo genuino venduto a prezzi onesti”.
Combattere la povertà, ridurre lo spreco
La clientela tipo? Tutte quelle persone che vivono con un salario minimo o necessitano di assistenza pubblica; non a caso i prossimi punti vendita della catena (perché il progetto prevede un rapido piano d'espansione) sorgeranno nelle aree più disagiate della capitale inglese, per poi moltiplicarsi in altre città. Almeno questa è l'idea dell'imprenditore, che - dopo anni d'esperienza nel settore del turismo e una campagna solidale per la distribuzione di cibo gratuito in Grecia e a Cipro - ha scelto di scommettere sul mondo del food, inaugurando contemporaneamente l'iniziativa EasyCoffee, una catena di caffetterie particolarmente vantaggiosa, dove i londinesi potranno sorseggiare una tazza di caffè al costo – economico se rapportato a Londra – di una sterlina. Mentre in un futuro non troppo remoto Easyfood potrebbe diventare un supermercato a tutti gli effetti, con l'aggiunta di capi d'abbigliamento e prodotti per l'igiene personale.
E i primi clienti sembrano apprezzare: c'è chi tira in ballo la difficoltà di mantenere due figli, chi fa la scorta di pacchi di pasta, chi auspica una rapida diffusione della catena. Dal canto suo, la direzione di Easyfood ci tiene a precisare che “l'obiettivo non è quello di promuovere un dieta salutare. Vogliamo sfamare la gente e ridurre lo spreco”. E c'è da scommettere che i prezzi stracciati contribuiranno al rapido “saccheggio” degli scaffali. Almeno il problema delle eccedenze è risolto.