Starbucks Reserve: miscele esclusive, cibo espresso e alcolici. Prima apertura a Londra

1 Dic 2015, 16:59 | a cura di

Birra artigianale e vino americano, ma solo dopo le 16. La rivoluzione alcolica di Starbucks arriva per la prima volta in Europa, dopo il test negli USA. Con torrefazione annessa e tanta tecnologia. 


Un successo planetario. Starbucks

Mentre l’Italia continua a sbandierare il campanilismo delle grandi occasioni – che in termini d’affari si traduce in protezionismo bello e buono – in Europa la strada di Starbucks è sempre più in discesa, ogni giorno che passa. Se l’ostracismo tutto tricolore al celebre colosso americano che ha omologato il modello di caffetteria nel mondo, fa slittare un anno dopo l’altro la prima apertura firmata Starbucks sul suolo nazionale (ma presto potrebbe davvero arrivare a Milano), a Londra inaugura il primo punto vendita in tutta Europa autorizzato a servire alcolici.

Birra e vino in caffetteria. Il nuovo Starbucks

L’idea deve essere sembrata particolarmente efficace e originale nel quartier generale di Seattle, che qualche mese fa ha deciso di sperimentare il format Starbucks Reserve negli Stati Uniti; ma nel Vecchio Continente fare breccia nelle abitudini consolidate di una società già avvezza a consumare indistintamente caffè, cappuccino, una birra o un bicchiere di vino nello stesso locale – che si tratti di un bar, di un’osteria o di un bistrot – sarà più difficile, e in casa Starbucks lo sanno. Per questo il progetto pilota della capitale inglese rappresenta un test importante per verificare l’apprezzamento del pubblico, così da esportare eventualmente il modello in tutta Europa in caso di risposta positiva. La prima – fondamentale - meta è stata segnata grazie alla scelta di un quartiere di tendenza, dove il locale beneficerà della vicinanza con Covent Garden, immerso nella movida di una zona che pullula di ristoranti, bar, locali notturni.

Tecnologia e miscele esclusive: Starbucks Reserve

Lo Starbucks alcolico (solo dopo le 16, fino alle 21) si presenterà alla clientela assecondando una propensione per la tecnologia avanzata che sposa le necessità della sala, dai tablet intelligenti per le ordinazioni alla potente rete wi-fi sempre a disposizione degli avventori. Ma cosa cambierà nell’offerta? Le birre sono quelle artigianali distillate localmente, mentre i vini arrivano – per la maggior parte – dalla California e dallo stato di Washington. E anche la carta dei caffè si trasforma per accogliere proposte più originali, blend esclusivi dedicati agli snob del caffè, in arrivo dalla Starbucks Reserve Roastery and Tasting Room di Seattle (una fabbrica di Willy Wonka destinata al caffè, l’hanno definita gli ideatori), primo esperimento del genere inaugurato alla fine del 2014, destinato a moltiplicarsi nei prossimi quattro anni per raggiungere un numero cospicuo di aperture (100 nuovi locali) improntate al filone dell’esclusività e della qualità degli ingredienti. Mentre il modello di riferimento che ha portato Starbucks a realizzare uno spazio più confortevole e specializzato arriva dall’Italia degli anni Cinquanta che ispira molti caffè modaioli di Soho: un moderno teatro del caffè adatto per sorseggiare una birra, ordinare un piatto espresso, giocare con le sfumature del caffè. E chissà che allo storico brand non riesca il colpo del riposizionamento per conquistare un nuovo, importante segmento di mercato.

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