Alla fine non è stato necessario ricorrere alla disobbedienza civile annunciata dalla Fivi: lo scorso 31 dicembre una circolare del Ministero delle politiche AgricoleAlimentari e Forestali (con oggetto: indicazione del nome geografico più ampio) ha messo fine al divieto di fare riferimento alla regione di appartenenza qualora questa coincidesse con il nome di una Do o Ig non prodotta dall'azienda in questione.
In realtà come più volte le diverse associazioni di categoria hanno spiegato (vedi Tre Bicchieri del 18 dicembre) il vero problema era stata l'interpretazione restrittiva del regolamento comunitario 1308/2013, accolto dal Testo Unico della Vite e del Vino. Adesso la circolare, firmata dal direttore generale del dipartimento per le politiche competitive e la qualità agroalimentare, Emilio Gatto, ha fatto chiarezza sui diversi punti in sospeso: le aziende potranno indicare regione o provincia sia in etichetta, sia sugli altri materiali informativi - quali siti internet o brochure - a patto che abbiano tratti esclusivamente informativi e non evocativi. Che non sfruttino, cioè, l'immagine di una denominazione senza averne diritto.
Per cui l'appartenenza geografica può essere riportata nel contesto di una descrizione, ma deve presentare caratteri di uguali dimensioni e colori della descrizione stessa (tre millimetri di altezza e due di larghezza). La multa scarterebbe, quindi, dove invece il riferimento geografico fosse enfatizzato attraverso caratteri particolari o particolarmente messi in rilievo, secondo il principio dello “sfruttamento della notorietà”. Si pensi ad esempio ai nomi Piemonte, Sicilia o Toscana, lì dove si stia parlando di vini che non fanno parte delle rispettive doc. Soddisfatta la presidente Fivi, Matilde Poggi che da luglio porta avanti questa battaglia a favore della territorialità: “Accogliamo con grande favore questa circolare chepermette a noi vignaioli di poter comunicare, senza incorrere in sanzioni, dove si trovano le nostre cantine e ci consente di far conoscere il territorio. Ringraziamo il Ministro Maurizio Martina, Stefano Vaccari Capo del Dipartimento dell'Icqrf ed Enrico Arcuri Capo della Segreteria Tecnica del Ministro, che hanno dimostrato sollecitudine nell’ascoltare le nostre richieste e sensibilità per una situazione che poteva essere assai limitante per la promozione dei nostri vini a livello internazionale”.
Ricordando che, comunque, la battaglia vinta riguarda tutta la filiera in un periodo storico in cui promuovere il territorio sembra essere diventato basilare per la vendita e l'export del made in Italy.
a cura di Loredana Sottile