Il biologico è una moda (neanche troppo passeggera, a dir la verità) o una scelta consapevole nel rispetto della terra e della nostra salute? Un dato è certo: l’Italia si classifica al primo posto in Europa per superficie coltivata a biologico, attestandosi su un trend crescente di produzione e consumo di prodotti ottenuti da un’agricoltura sostenibile che non fa uso di agenti sistemici. Secondo le stime della Sinab e di Ismea, nei primi quattro mesi del 2014 si registra infatti un incremento del consumo sul mercato italiano del biologico del 17,3% rispetto all’anno precedente. Dati che fanno ben sperare per un comparto alimentare che muove nel nostro Paese un giro d’affari di 3 miliardi di euro e riguarda oltre il 10% della superficie agricola nazionale, consolidando la posizione di leadership dell’Italia nel settore bio in Europa.
Aumenta anche la superficie coltivata a biologico, soprattutto per la produzione di foraggio e cereali, ma l’incremento riguarda anche il settore olivicolo, per una crescita complessiva del 12,8%. Ma è soprattutto l’aumento della domanda, in totale controtendenza rispetto agli altri consumi alimentari, a determinare la soddisfazione del Ministro delle Politiche Agricole Martina, che ha dichiarato il suo impegno per la riforma della normativa europea sul biologico durante il periodo del semestre di Presidenza italiana dell’UE.
Ma quali i prodotti per cui i consumatori mostrano di preferire la provenienza biologica? Sono soprattutto le uova bio a registrare un picco della domanda.
Intanto in Baviera, con la collaborazione della Wuerzburg University, è stato sviluppato un sistema per prevenire le frodi in un settore che negli ultimi dieci anni ha visto triplicare il suo valore sul mercato globale, esponendosi così a truffe nella certificazione di provenienza biologica (anche in funzione del prezzo più elevato dei cibi bio). Il complesso studio dei ricercatori bavaresi ha confrontato pomodori coltivati secondo il metodo tradizionale con altri biologici, rilevando attraverso una spettroscopia di risonanza magnetica nucleare differenze nella struttura molecolare. Un test a prova di false etichette.Â