È la più piccola doc d’Italia e si estende in un unico Comune, quello di Tollo (Chieti, in Abruzzo). A guidare il gruppo c’è la cantina cooperativa di Tollo, a cui si aggiungono le due aziende Feudo Antico e Radica. Rientrano nel disciplinare le versioni Tullum Bianco, Tullum, Pecorino, Tullum Passerina, Tullum Rosso, Tullum Riserva, Tullum Spumante e Tullum Passito. A cinque anni e a cinque vendemmie dall’esordio il primo bilancio del presidente del Consorzio Giancarlo di Ruscio: “La costituzione della doc è nata con l’idea del cru. Purtroppo è coincisa con la crisi economica, cosa che ci ha fatto partire col freno a mano, ma che non ci ha impedito di andare avanti. Oggi la produzione si aggira sulle 100 mila bottiglie, mentre gli ettari potenziali sono circa 30, anche se quelli a regime un po’ di meno. L’importante adesso è stare con i piedi per terra: i consumi nazionali sono drammaticamente calati per tutti i settori, rossi in testa. Tra le tipologie che resistono c’è il Pecorino che rientra nei nostri quattro moschettieri. In questo contesto, in cui perfino il Montepulciano d’Abruzzo (il presidente del Consorzio del Montepulciano d’Abruzzo è anche il presidente di Cantina Tollo, capo fila della Doc Tullum; nd.r.)è sceso per consumi del 3,5% in Gdo, dobbiamo comunicare meglio e di più la nostra lunga tradizione che risale all’epoca romana, puntando sul fatto che oggi Tullum è diventato un vero e proprio distretto vitivinicolo”. Anche il disciplinare, infatti, è molto restrittivo: impone vinificazione e imbottigliamento in loco e terreni esclusivamente in collina nel comune di Tollo. Rimangono, quindi, esclusi i vigneti di fondovalle o un’altitudine inferiore a 80 metri sul livello del mare. D'altronde per accorgersi della vocazione vitivinicola del territorio basta percorrere la strada che dal mare sale verso il paesino di Tollo: un proliferare di verde e vigneti. Il sindaco del Comune, infatti, ha intrapreso una politica ambientale che prevede che il 70% dei 14 km² del territorio sia destinato ad aree verdi o vocate alla viticoltura.“Inoltre” continua il presidente “Tullum è una denominazione che tiene conto delle condizioni pedoclimatiche: per questo abbiamo portato avanti degli studi approfonditi sulla zonazione col professor Attilio Scienza, per capire cosa piantare e dove. Tra gli obiettivi: riconversione biologica e export, su cui stiamo lavorando per la prossima commercializzazione”. Infine uno sguardo alla prossima vendemmia: “È stata un’annata difficile caratterizzata da piogge abbondanti e frequenti, ma per fortuna abbiamo superato senza conseguenza le malattie. Il resto dipenderà dal mese di agosto”.
A cura di Loredana Sottile