Dopo un lungo periodo, si rivede il segno più nei volumi di vino in uscita dall'Italia. Nei primi quattro mesi del 2014, sono stati esportati 6,41 milioni di ettolitri, con una crescita dello 0,6% sullo stesso quadrimestre dello scorso anno. Mentre rallenta, ma è pur sempre crescita, la progressione nei valori che raggiungono 1,55 miliardi di euro (+2,8%). Sfuso e confezionato, fa notare l'Ismea, viaggiano diversamente. Il primo segmento subisce l'effetto del calo dei prezzi alla produzione dei vini comuni (-23%), ma anche la forte concorrenza della Spagna, e lascia sul terreno un -4,4% in volumi (soprattutto verso la Germania, -11%) e -18% a valore; il secondo segmento, ovvero i confezionati al di sotto dei due litri, guadagna l'1,8% in quantità incassando il 4,4% in più. Da segnalare, in questo segmento, la Germania che con un +9% in volume e +8% a valore supera il mercato Usa, che è in calo del 3% nei volumi, con una spesa di +1%. Meno Dop sotto i due litri spedite all'estero (-1,2%) ma con un guadagno del 2%; bene le Igp con +2% e +7,4%.
Ancora in crescita gli spumanti che (Prosecco a +37%; Asti a -20%) guadagnano +16% in quantità e +14% a valore. Tra i paesi destinatari delle bollicine, bene gli Usa (+18% e +16%) e Regno Unito (+48% e +39%), male la Germania (-24% e -15%).
In calo l'import italiano di vino, a 763mila ettolitri (-17%) con una spesa di 72,8 milioni di euro (-20%). In forte calo sfusi e spumanti, mentre salgono confezionati e mosti. Tra i Paesi, meno vino dalla Spagna, stop al boom da Sudafrica, mentre spiccano i 27mila ettolitri di sfuso dall'Australia. Per l'Ismea un "fatto anomalo".