Summer Fancy Food. Come è andata l'Italia?

7 Lug 2014, 09:15 | a cura di
A conclusione della più importante fiera estiva del settore food, che si è svolta a New York City, tracciamo un bilancio della partecipazione italiana. Come è andata? Leggete qui.

Un momento d’oro per il Made in Italy nel mercato globale. L’agroalimentare è un passaporto vincente per il Belpaese e lo conferma la sua presenza in un mercato strategico come quello americano. Lo ha dimostrato il Summer Fancy Food che si è appena concluso a New York con un bilancio più che positivo: 30 mila operatori, 2.730 espositori e una crescita, dal 2011 ai giorni nostri, del 18,4 per cento delle vendite del settore agroalimentare e bevande.
Una manifestazione chequest’anno è stata doppiamente importante per l’Italia, per due motivi: la coincidenza con il giorno di avvio del semestre di presidenza italiana dell’Unione Europeae l’Expo 2015 a Milano. L’Italia è stata la grande protagonista al Javits Center, la più rappresentata e con uno spazio occupato che ha superato gli altri paesi, Francia inclusa.“Siamo davvero fieri del lavoro fatto in questi mesi”dichiara il direttore dell’Agenzia ICE (Istituto Nazionale per il Commercio Estero) USA Pier Paolo Celeste siamo arrivati al Fancy Food 2014 con la certezza di essere non solo il paese maggiormente rappresentato, con ben 350 aziende presenti, ma anche attrezzati e decisi a trarre il massimo da questa settimana di relazioni commerciali alla quale ci si prepara da un anno”. Ho avuto modo”continua Celeste “di confrontarmi con i manager di alcune aziende presenti al Fancy Food. Li ho sentiti determinati e certi del successo che avrà il binomioprodotto italiano, networking americano. Su questo ICE sta lavorando tanto: abbiamo prodotti di eccellenza assoluta. Dobbiamo fare ogni giorno uno sforzo massimo per raccontarli e venderli, con metodo e sistema, questa la mission ICE, soprattutto in un momento come quello attuale, che vede il vasto mercato americano apprezzare sempre di più i prodotti italiani, simbolo di eccellenza, bontà e qualità”.
Quello americano è un mercato molto ambìto per le aziende italiane anche perché rappresenta una finestra sul mondo e sull’internazionalizzazione. E lo sanno bene gli italiani che quest’anno hanno cercato di conquistare il pubblico puntando su tradizione e innovazione, binomio vincente. A rappresentare il Made in Italy, il meglio dell’eccellenza e della tradizione: olio, aceto balsamico, conserve, cioccolato, caffè, chinotto, dolci. Aziende di lungo corso ma anche giovani alla guida della nuova realtà imprenditoriale italiana.

E il resto del mondo cosa fa? Anche loro si sono ben preparati alla sfida giocando sull’innovazione, la ricerca, il biologico, il chilometro zero e la pasticceria vegana. Tutti in gara per il SofiTM Awards (Sofi sta per specialty outstanding food innovation), l’Oscar del cibo all’insegna del craft, care and joy. Quest’anno nelle trentadue categorie in cui è stata suddivisa l’industria alimentare, il premio per la categoria New Product è andato alla newyorchese East Hampton Gourmet Food che ha presentato un pane croccante a base di lenticchie, riso, sesamo e sale rosa. Bene anche l’Italia con otto nomi in gara e con l’azienda Felicetti, produttrice di pasta trentina, che ha ottenuto due candidature.
Il Fancy Food è stata anche un’occasione per fare il punto sulle politiche alimentari e sulla battaglia alla contraffazione che tanto interessa il Made in Italy nel mondo. Per questo, significativa è stata la visita del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, che ha incontrato a Washington il Segretario all'agricoltura, Tom Vilsack, con il quale ha discusso i principali dossier agroalimentari e lo stato del negoziato transatlantico su commercio e investimenti (TTIP), e il Vice-Presidente della Banca Mondiale, Keith Hansen, per approfondire le modalità di partecipazione di tale istituto a Expo 2015.

Un grande successo e un bilancio del tutto positivo. Ma cosa si sarebbe potuto fare di più? Per Ornella Fado, produttrice, conduttrice e autrice di Brindiamo!,lo show televisivo in onda su NYClife, una finestra sul mondo gastronomico italiano a New York, “quello che mancava era l’intrattenimento, come cooking show all’interno della fiera. Tutto era molto bello e ben organizzato, ma le aziende avrebbero, secondo me, dovuto puntare sulla personalizzazione degli stand per rendere più originale e accattivante la presentazione e il marketing dei loro prodotti. Bisogna raccontare la storia del prodotto anche attraverso uno stand che parli del prodotto. I consumatori americani stanno diventando sempre più consapevoli ma bisogna fare ancora molto lavoro per diffondere il Made in Italy”. La novità di questa edizione? Per Ornella c’era molta quantità e qualità italiana, ma il prodotto che più lìha colpita è stato Caviaroli. Un olio creato dallo chef Ferran Adrià che ha trasformato questo olio d’oliva nella forma e consistenza delle palline di caviale...

a cura di Liliana Rosano

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